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Analisi WineNews: San Leonardo 2013, Amarone 2009 Bertani Domains, Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006 e Sassicaia 2014: ecco i 4 vini che mettono d’accordo le 6 principali guide “comparabili” d’Italia. O nessuno, considerando le 9 “nazionali”

Italia
Ecco i 4 vini che mettono d’accordo le 6 principali guide “comparabili” d’Italia ...

Sono quattro le etichette, a mettere d’accordo le guide principali e più affini ai vini del Belpaese, edizione 2018: il toscano Bolgheri Sassicaia 2014 della Tenuta San Guido, il trentino San Leonardo 2013 della Tenuta San Leonardo, il trentino Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, di Ferrari-Lunelli e il veneto Amarone della Valpolicella Classico 2009 di Bertani. Ecco il risultato che esce dall’incrocio dell’edizione 2018 delle 6 guide , tra le più importanti a livello nazionale, che hanno liste e modalità di valutazione comparabili (Gambero Rosso, Veronelli, Bibenda, Slow Wine con “I Grandi Vini”, Vitae di Associazione Italiana Sommelier e Cernilli, ndr), perché se si guarda al numero complessivo (9) di volumi di tale tipologia a disposizione degli appassionati, compresi quelli che procedono con criteri di giudizio molto particolari e tengono conto anche di altre peculiarità dei vini, oltre alla assoluta qualità (Maroni, Touring Club e, da questa edizione, L’Espresso), come già nel 2016, 2015 e nel 2012, nessun vino avrebbe ottenuto il massimo riconoscimento da ognuna di queste pubblicazioni. Insomma, nessuna etichetta è in grado di mettere tutti d’accordo, nessun vino è il “vino” di tutta la critica enologica del Belpaese. L’analisi è di www.winenews.it che, come ogni anno (è l’edizione n. 12, ndr), ha incrociato le liste dei migliori assaggi, redatte dalle guide dei vini edizione 2018.
Dato il numero cospicuo di pubblicazioni che schedano il panorama vastissimo del vino italiano, ed i cambiamenti di criterio editoriale di alcune di esse, abbiamo scelto di individuare 6 guide a costituire lo “zoccolo duro” sulle 9 a disposizione, perché, come detto, conservano criteri di valutazione più omogenei, sostanzialmente riconducibili al solo profilo organolettico dei vini, e non spostano la loro attenzione su parametri di giudizio molto particolari, formulando attraverso simboli premianti una gerarchia chiaramente leggibile.
Fuori dall’incrocio, dunque, sia la guida “Vini Buoni d’Italia” del Touring Club, dato il suo limite dichiarato (la “Corona” viene attribuita soltanto ai vini ottenuti da vitigni autoctoni, ndr), sia l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni (i vini che totalizzano il punteggio più alto dell’indice di piacevolezza non fanno altro che esprimere di un vino “la piacevolezza del suo sapore, ovvero la sua fruttuosità”, ndr), sia le “classifiche” (“100 vini da bere subito”, i “100 vini da conservare” i “100 vini da comprare” e la nuova “i 100 vini da riassaggiare”) della guida I Vini d’Italia de L’Espresso, che abbiamo aggiunto da quest’anno tra gli esclusi da questo incrocio, dato che, nella sua profondamente rinnovata struttura, non fornisce simboli premianti (privilegiando con le sue “top 100” chi è interessato alla dimensione della godibilità, chi va alla ricerca del miglior rapporto performance/prezzo, chi è interessato al potenziale di invecchiamento e a chi è interessato alla prospettiva evolutiva di un vino), sembrano, evidentemente, collocarsi su un diverso versante critico.
Ecco, allora, che, per le guide 2018 che seguono, crediamo, un approccio al giudizio più affine, ci sono quattro vini che mettono d’accordo i giudizi dei critici del Belpaese (senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di degustazione): il toscano Bolgheri Sassicaia 2014 della Tenuta San Guido, i due trentini San Leonardo 2013 della Tenuta San Leonardo e Trentodoc Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006 di Ferrari-Lunelli e l’Amarone Classico 2009 di Bertani. Le quattro etichette escono, dunque, dagli elenchi dei “Tre Bicchieri” della guida Vini d’Italia Gambero Rosso, delle “Tre Stelle” della guida “I Vini di Veronelli” del Seminario Permanente Luigi Veronelli, dei “Cinque Grappoli” della guida “Bibenda” della Fondazione Italiana Sommelier, dei “Grande Vino”, cioè quello che rappresenta il meglio dal punto di vista organolettico per Slow Wine di Slow Food, dei “faccino”, assegnato ai vini valutati con 95/100 o più, dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli e delle “Quattro Viti”, il massimo riconoscimento di “Vitae - La Guida dei Vini 2018” dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais). Si tratta di una convergenza su quattro importanti vini del Belpaese, due uvaggi di influenza bordolese (Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per il Sassicaia, Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot per il San Leonardo) “applicati” al mediterraneo declivio bolgherese e al continentale complesso collinare del Trentino, mentre l’Amarone Classico di Bertani rappresenta in pieno la cifra stilistica tradizionale che pure è parte fondamentale (e sempre più preponderante) del panorama enoico del Belpaese e il Trentodoc Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006 di Ferrari-Lunelli, forse l’esempio più fulgido dell’arte spumantistica tricolore.



Focus - La “Classifica delle Classifiche” ... negli anni passati

2016: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2013; Tenuta San Leonardo, San Leonardo 2011
(risultato che esce dal confronto di 7 guide su 9: Vini d’Italia Gambero Rosso, i “100 vini da bere subito”, i “100 vini da conservare” e i “100 vini da comprare” di Vini d’Italia de L’Espresso, I Vini di Veronelli Seminario Permanente Luigi Veronelli, Bibenda della Fis, Slow Wine “Grande Vino” Slow Food, Guida Essenziale ai Vini d’Italia di Daniele Cernilli e Vitae - La Guida dei Vini 2017 dell’Ais)

2015: nessuno

2014: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2011

2013: Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2011

2012: nessuno

2011: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2008; Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2009

2010: Termeno, Alto Adige Gewürztraminer Vendemmia Tardiva “Terminum” 2007; Oasi degli Angeli, Kurni 2007

2009: Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2005

2008: Tenuta San Leonardo, San Leonardo 2003; Montevetrano, Montevetrano 2005; Galardi, Terre di Lavoro 2005; Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2004; Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2004

2007: Fattoria di Petrolo, Galatrona 2004; Montevetrano, Montevetrano 2004

2006: Gaja, Sorì San Lorenzo 2001; Casanova di Neri, Brunello di Montalcino Cerretalto 1999; Masciarelli, Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2001; Oasi degli Angeli, Kurni 2003; Galardi, Terra di Lavoro 2003; Montevetrano, Montevetrano 2003; Sandrone, Barolo Cannubi Boschis 2001; Foradori, Granato 2003

Fonte: elaborazione WineNews

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