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IL GHIOTTONE ERRANTE

I ragazzi di WineNews, come ogni anno hanno realizzato l’analisi ragionata sulle guide dei vini italiane. Quel che emerge e che “le 7 più importanti, che hanno liste e modalità di valutazione comparabili, perché se si guarda a tutte le 9 a diffusione nazionale a disposizione degli appassionati, comprese quelle che procedono con criteri di giudizio molto particolari e giudicano tenendo conto di altre peculiarità dei vini, oltre alla assoluta qualità, come già nel 2015 e nel 2012, nessun vino ha ottenuto il massimo riconoscimento di ognuna delle pubblicazioni, nessuna etichetta è in grado di mettere tutti d’accordo, nessun vino è il “campione eletto” di tutta la critica enologica del Belpaese.” Ora secondo il sito sono solo due le etichette che mettano d’accordo tutte le guide 2017, il Sassicaia 2013 e il San Leonardo 2013. Troppo facile. Per il resto ognuno ha le sue classifiche. L’aspetto curioso di questo dato e che “si tratta in entrambi i casi di uvaggi di influenza bordolese (Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per il Sassicaia, Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot per il San Leonardo) “applicati” al mediterraneo declivio bolgherese e al continentale ed elevato complesso collinare del Trentino. Due vini così diversi ma, in realtà, così simili, per la costante ricerca dell’equilibrio e della finezza olfatto-degustativa. Ma non solo. Due vini simbolo, peraltro, portati al successo da uno stesso autore: quel Giacomo Tachis recentemente scomparso, che ha firmato molti tra i migliori vini italiani degli ultimi quarant’anni”. Ora a me quel che colpisce è come sempre il numero abnorme di guide che circolano, nove. Ogni anno se ne aggiunge una nuova. Ma dove circolano, chi le compra, chi le consulta. Io in giro ne vedo davvero pochissime, tante a casa dei produttori, che spesso le regalano ai propri clienti o amici, in qualche enoteca ma poi? Penso da sempre che questa troppa offerta danneggi tutti, in primis lo stesso mondo del vino, danneggia i consumatori che non vedono una guida che sia effettivamente considerata autorevole. Diciamo che dopo la gran bella esperienza della guida del Gambero Rosso fatta insieme a Slow Food, finita come è noto qualche anno fa, nessun altra iniziativa editoriale è riuscita a ripetere quel successo di vendite e d'autorevolezza. Se poi consideriamo anche i vari siti e blog che si cimentano in classifiche, aumenta ancor di più la confusione sotto il cielo e mi torna in mente una frase di Giorgio Gaber: “gli italiani sono un po’ confusi perché non leggono i giornali. Figuriamoci se li leggessero”.

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