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Se il “benessere” di un settore si vede anche dagli investimenti, il vino italiano è in ottima salute: la riprova nelle compravendite eccellenti in avvio 2015 anticipate da WineNews nei terroir top, da Barolo a Brunello, Chianti Classico e Verdicchio

Italia
Vigneti al centro di tanti investimenti in questo inizio 2015

Non si fermano le compravendite eccellenti nel panorama enoico italiano, in questo avvio di 2015: come da anticipazioni in esclusiva di WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, il mercato dei vigneti ha visto protagonista il Barolo, con il cru Vigna Arione comprato da Roberto Conterno, ma anche con le trattative che coinvolgono Paolo Scavino, che sta per comprare nel cru storico Ravera, l’affare che starebbe per chiudere un gruppo americano a Serralunga d’Alba, la nuova acquisizione di Cascina Sorello a La Morra da parte della cantina Boroli di Castiglione Falletto, dopo che, a fine 2014, la Pio Cesare di Alba ha comprato vigna nel cru Mosconi a Monforte d’Alba. Quindi, il territorio del Brunello di Montalcino, dove in pochi mesi, da fine 2014, si sono succedute l’acquisizione de Le Macioche da parte di tre giovani imprenditori veneti fondatori della “Cloros”, e nel 2015, quella de Il Forteto del Drago da parte di Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo, proprietari di Carpineto, senza dimenticare l’ultima di pochi giorni fa, il nuovo investimento a Montalcino della Tommasi, storica realtà della Valpolicella Classica, con la Fattoria Casisano Colombaio. Nel bel mezzo, la notizia della storica griffe del Verdicchio, Fazi Battaglia, che sta per entrare nella galassia di Bertani Domains, il gruppo vinicolo della famiglia Angelini, mentre ad inizio anno Cecchi, storico marchio del Chianti Classico, ha acquistato la tenuta Villa Rosa sempre nel territorio chiantigiano.
“Se il benessere di un settore si vede anche dalla vivacità degli investimenti - sottolinea Alessandro Regoli, direttore di www.winenews.it - il vino italiano sembra godere di ottima salute. È un settore dinamico, nel mondo, come dimostrano i successi all’export, e in Italia, a partire dagli affari che interessano i suoi più importanti terroir, storici e famosi. E se prima le acquisizioni erano appannaggio soprattutto di investitori e capitali stranieri, in questo avvio di 2015 stiamo assistendo a compravendite “Italia su Italia”, ovvero di imprenditori, gruppi e marchi italiani che puntano ad arricchire il loro portfolio produttivo allargando i propri possedimenti o andando ad investire in territori del vino diversi”.
Ad aprire le “danze” delle compravendite eccellenti, già a fine 2014, è stato il cambio di proprietà dell’azienda vitivinicola del Brunello di Montalcino “Le Macioche”, con gli imprenditori veneti, trentenni, Riccardo Caliari, Stefano Brunetto e Massimo Bronzato, soci fondatori della “Cloros”, società di consulenza energetica e sostenibilità alle aziende, di Villafranca Veronese (Verona), che hanno acquistato la tenuta (con 3 ettari a vigneto, su 6 complessivi, per una produzione di 15.000) per 4 milioni di euro dai precedenti proprietari Matilde Zecca e Achille Mazzocchi.
Andando in ordine cronologico, il 2015 è iniziato con l’acquisizione da parte di Cecchi di una delle realtà più vocate nello stesso territorio del Chianti Classico, cui la griffe è legata da sempre: la storica tenuta chiantigiana Villa Rosa, di proprietà della famiglia Lucherini-Bandini, a Castellina in Chianti, 126 ettari di cui 24,75 a vigneto.
Difficile, quasi impossibile, comprare vigneti destinati alla produzione di Barolo (le quotazioni sono alle stelle: oltre 1 milione ad ettaro; 2.067 ettari in tutto, in 11 Comuni, divisi tra 670 aziende per una produzione di 12,7 milioni di bottiglie all’anno, il 78% all’export): e, invece, tra le compravendite 2015, il barolista Roberto Conterno, alla guida della cantina Giacomo Conterno, che produce il “Monfortino”, una delle etichette più preziose d’Italia nel mondo, è diventato proprietario del cru di Barolo Arione a Serralunga d’Alba, dai fratelli Maurizio e Claudio Rosso, titolari della cantina Gigi Rosso di Castiglione Falletto, come hanno raccontato in esclusiva a WineNews. Ma già a fine 2014, la storica cantina Pio Cesare di Alba ha comprato vigna nel cru Mosconi, a Monforte d’Alba (8 ettari in tutto, secondo diverse fonti, in prevalenza a Barolo, ma anche a Barbera e Dolcetto, ndr), e un altro nome top del Barolo, la Paolo Scavino, di Castiglione Falletto guidata da Enrico Scavino, sta per comprare vigneti nel Ravera, cru storico nel Comune di Novello, come conferma la stessa azienda a WineNews. E poi c’è Achille Boroli, giovane imprenditore vitivinicolo alla guida della cantina Boroli a Castiglione Falletto che ha acquistato Cascina Sorello, 4 ettari e mezzo di vigneti coltivati a Nebbiolo da Barolo a La Morra.
Sempre in Piemonte, a Barbaresco, invece ha comprato vigneti una delle griffe più importanti, la Bruno Giacosa, che così tornerà a produrre il celenbre Rabajà, come riportato da "Il Sole 24 Ore":
“L’avevamo prodotto sino al 2005 - spiega Bruna Giacosa, figlia di Bruno e ad della cantina - poi sono state rifatte le sottozone del Barbaresco e ci hanno comunicato che il nostro era Barbaresco Asili. Così ci siamo comprati un terreno in cima ad una collina per riavere il Rabajà. Una splendida posizione e vigne vecchie”.
A ribadire l’appeal della Toscana, è arrivata l’acquisizione, da parte di Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo, proprietari di Carpineto, de “Il Forteto del Drago” dalla famiglia lombarda Troise, nel cuore del Brunello di Montalcino: 53 ettari di terra complessivi, 11 vitati, di cui 3,5 a Brunello. E tra i due rossi, un bianco, il Verdicchio, dove la storica griffe Fazi Battaglia (150 ettari nei più bei vigneti nella zona Classica dei Castelli di Jesi, prevalentemente vitati a Verdicchio, il cui valore, secondo stime di mercato, oscilla tra i 50.000 e gli 80.000 euro ad ettaro, ndr), sta per entrare nella galassia di Bertani Domains, il gruppo vinicolo della famiglia Angelini, che comprende già aziende di assoluto prestigio in territori tra i più importanti d’Italia, come confermato a WineNews dall’ad di Bertani Domains, Emilio Pedron.
L’ultima acquisizione riguarda, infine, due dei territori più prestigiosi della produzione enoica del Belpaese, con l’Amarone che abbraccia ancora una volta il Brunello, dove un ettaro vitato è quotato sui 400.000 euro, e dove la famiglia Tommasi, storica realtà della Valpolicella Classica, come anticipato da WineNews, ha aggiunto un’altra realtà alla Tommasi Family Estates, con un nuovo investimento a Montalcino: Fattoria Casisano Colombaio, 53 ettari, di cui 22 ettari a vigneto tra Brunello e Rosso di Montalcino.

Focus - Le quotazioni di alcuni dei vigneti più pregiati d'Italia
Nel borsino di WineNews, si parte dai vigneti altoatesini, stabilmente intorno ai 500.000 euro di valutazione per ettaro (particolari condizioni di impianto, terrazzamenti, scarsità di vigneti sul mercato). Poi ci sono i vigneti dove si produce Amarone della Valpolicella, con quotazioni intorno ai 400.000-450.000 euro.
Per il Prosecco nei territori di Conegliano e Valdobbiadene, si sta tra i 300.000 e i 380.000 euro ad ettaro, che scendono di molto (120.000-150.000) nell'area “allargata” del Prosecco Doc.
Rimanendo in terre di bollicine, in Franciacorta un ettaro vale intorno ai 250.000 euro.
In Piemonte, a Barolo si viaggia sui 400.000 euro (ma i cru più importanti superano il milione ad ettaro), mentre a Barbaresco tra i 350.000 e i 400.000 euro ad ettaro ( con i cru più importanti che superano 500.000 ad ettaro).
In Toscana, a Montalcino, patria del Brunello, si sta tra i 350.000 e i 400.000 euro ad ettaro, a Bolgheri tra i 250.000 e i 300.000. Quotazioni simili per Chianti Classico e Nobile di Montepulciano, dove un ettaro sta tra u 130.000 ed i 150.000 euro.
Uno sguardo al Sud: nella zona del Taurasi, vino principe della Campania, un ettaro viaggia sui 50-60.000 euro, cifra da cui partono le quotazioni dei vigneti sull'Etna, territorio del momento della viticoltura siciliana.

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