02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Tra l’agricoltura “poliedrica” di domani e zone rurali del sud del pianeta: lo scarto tra il primo mondo e “gli altri” per Mattia Prayer Galletti, lead technical specialist di Ifad, il fondo internazionale delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo

L’agricoltura di oggi è “poliedrica” nei paesi avanzati, con un ruolo sociale sempre crescente di chi coltiva la terra come suo primo custode, e di converso, un’infrastruttura vitale da sostenere nei paesi in via di sviluppo, sia per garantirne una crescita solida e costante che per dare un domani a popolazioni che, altrimenti, non hanno altra scelta che migrare verso un futuro ignoto. A dirlo a WineNews, nei giorni di “Terra Madre Salone del Gusto” (www.salonedelgusto.it), è Mattia Prayer Galletti, lead technical specialist di Ifad, il fondo internazionale per lo sviluppo agricolo delle Nazioni Unite. Per il quale livello globale l’agricoltura è bifronte, con uno iato molto vasto tra primo mondo e paesi del sud del pianeta - e quindi una serie completamente diversa di problemi da un lato quanto dall’altro.

Dal punto di vista di Galletti, nel mondo avanzato, sebbene ci si trovi “in un momento in cui in tutto il mondo c’è la preoccupazione che l’agricoltura sia in crisi a causa di motivi globali, come globalizzazione e cambiamento climatico, e per il fatto che la popolazione in agricoltura è sempre più vecchia”, per quanto riguarda l’agricoltura di oggi e di domani va tenuto ben presente che “ci sono realtà che danno speranza. Il concetto di agricoltore è cambiato: l’agricoltura non è quella dei nonni, ma ha un ruolo dove è vista in maniera molto più poliedrica, dove parliamo di conservazione di una cultura, di un legame con il territorio, della gestione di un patrimonio di risorse naturali: in alcune zone montuose e collinari, di cui fra l’altro l’Italia è ricca”, ha proseguito Galletti, “l’agricoltura ha anche un ruolo di prevenzione del dissesto idrogeologico, ma soprattutto è l’idea di agricoltura ad essere in rete, dove non abbiamo più un ruolo individuale, ma dei giovani che capiscono l’importanza di condividere delle idee”. Merito delle tecnologie digitali e della loro ubiquità, perché “avere nuove tecnologie e mezzi di comunicazione permette un’agricoltura diversa, con una competitività diversa, che non dipende dai mercati stranieri, ma bensì valorizza le opportunità sui mercati locali, e che permette di scambiare informazioni. E per queste generazioni di agricoltori venire qua a Terra Madre è fonte continua di ricchezza”.

Purtroppo, se si abbandonano i paesi sviluppati, la prospettiva si fa molto meno rosea: “il mio lavoro - ha puntualizzato Galletti - è soprattutto in paesi del sud del mondo, e lì le problematiche sono molto diverse: Ifad opera come istituzione finanziaria per finanziare progetti di lotta alla povertà rurale, e ancora oggi la maggior parte dei poveri nel mondo per reddito procapite è in zone rurali. E vive di agricoltura, quindi il nostro target è la piccola agricoltura, perché ci sono 500 milioni di piccole aziende che producono cibo per l’80% della popolazione, e sono questi i soggetti da proteggere e valorizzare. Proteggere perché il numero sta calando, anche a causa di ineguaglianze economiche, e quindi una crescente concentrazione di proprietà della terra”, e di conseguenza “in alcune regioni stiamo assistendo a un numero ridotto di piccoli proprietari e un numero crescente di manovali”. E questo, ha ammonito Galletti, è un problema per tutti, e che stiamo toccando con mano ogni giorno, in Italia e non solo: “è evidente che in alcune regioni nel mondo è in corso un’esplosione demografica, specialmente nelle regioni africane, quindi entrano nel mercato del lavoro milioni di giovani che se non trovano sostentamento in agricoltura si muovono, e vanno nelle città, o all’estero. E questo”, ha concluso, “è un problema che arriva sulle nostre coste: è necessario quindi trovare idee per valorizzare questo potenziale agricolo, e considerarlo un’opportunità significa anche dare a questi giovani l’opportunità di mettere le loro idee in gioco. E quando ci riusciamo, i risultati sono impressionanti”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli