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La viticoltura biologica negli ultimi 10 anni è esplosa, con la superficie vitata mondiale quintuplicata. E l’Italia, che l’ha raddoppiata in soli 5 anni, oggi rappresenta un quarto del vigneto-bio del mondo: così Federbio & Consorzio Vini Piceni

“La viticoltura biologica negli ultimi dieci anni è esplosa a livello mondiale, con la sua superficie vitata quintuplicata negli ultimi 14 anni. E l’Italia, che ha raddoppiato la superficie negli ultimi 5 anni, oggi rappresenta un quarto del vigneto-bio di tutto mondo”. Lo ha detto Federbio, ieri a Vinitaly a Verona, nel convegno organizzato dal Consorzio Vini Piceni. “Il fenomeno del biologico è ormai una vera e propria tendenza e la Regione Marche è una di quelle che in Italia risponde con maggiore slancio al trend di crescita ed è, assieme a Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia, tra le Regioni cresciute in tripla cifra. Ma a un peso della Sau sempre più rilevante non corrisponde ancora un adeguato valore delle vendite sul mercato interno, con il mercato di elezione che rimane quello estero, Germania (33% dell’export complessivo) e Usa (12%) in primis”.

Al focus del Consorzio Vini Piceni, anche l’analisi Nomisma su base Sinab per Regioni e per Province marchigiane, con il Piceno tra le aree più vocate d’Italia: Ascoli, che detiene il 53% di tutta la vigna biologica marchigiana, ha infatti un’incidenza green sulla vite da vino del 41%, quasi il triplo della media nazionale (15,8%). “Dato questo che si alza sensibilmente fino a raggiungere i 2/3 del vigneto nelle aree a denominazione di origine. E la quota è destinata ad aumentare ulteriormente”, ha detto il presidente del Consorzio Giorgio Savini. Nel complesso - con 5.000 ettari - le Marche sono al terzo posto tra le Regioni d’Italia (con superfici di vite bio superiori ai 2.000 ettari).

Secondo l’Osservatorio Bio di Nomisma, le vendite di vini biologici nel 2017 sono aumentate dell’85% per i Doc e Docg e più che raddoppiate per i vini Igt, a conferma che il consumatore li apprezza e, quando li trova nei punti vendita, li acquista. “Lo spazio di crescita è ancora enorme - ha detto Roberto Pinton di Federbio - e i responsabili delle enoteche della Gdo possono capitalizzare quella che non è una moda, ma una tendenza ormai chiara e netta, costruendo assortimenti coerenti e mirati di vini biologici per un consumatore attento, consapevole e curioso”.

Il biologico, che significa al contempo sostenibilità e attenzione all’ambiente, è al centro delle politiche della Regione Marche. Lo dice Anna Casini, vicepresidente delle Marche e assessore all’Agricoltura: “nel Programma di sviluppo rurale abbiamo inserito i contratti ambientali d’area per ridurre gli inquinanti nelle acque, un altro contratto ambientale d’area coinvolgerà areali comuni per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Andando verso il bio non possiamo che migliorare le Marche”.

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