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Con Cassidy Dart, Simon Milroy (Uk), Caroline Hermann e Martin Reyes (Usa) salgono a 370 i membri del più prestigioso ente di formazione del vino del mondo, il londinese Institute of Masters of Wine. In attesa, ancora, di un MW italiano ...

Appena 370 membri da 28 paesi: sta anche in questa cifra, decisamente contenuta, il prestigio del titolo che gli statunitensi Caroline Hermann e Martin Reyes, insieme ai britannici Cassidi Dart e Simon Milroy, possono da oggi aggiungere al proprio nome, quel “MW” che indica il più alto titolo di conoscenza del vino a livello globale e che tradizionalmente indica chi è riuscito a superare con successo l’esame finale dell’Institute of Masters of Wine (www.mastersofwine.org), l’ente londinese di più alta formazione del mondo del nettare di Bacco. Assai eterogenei gli argomenti trattati dai candidati nella loro discussione finale, dalla parabola ascendente dei vini dello Swartland (Dart) alla percezione dello Jurançon sec nell’off-trade londinese (Milroy), passando per l’analisi del potenziale di mercato di vini importati nell’area metropolitana di Washington D.C. (Hermann) e il peso, sempre più attuale, delle recensioni generate dai consumatori e del loro impatto nelle abitudini di acquisto nella gdo statunitense (Reyes). E in attesa, ancora una volta, di un MW tricolore che forse si fa sempre più vicino, visto che si è appena concluso, nella cantina sinbolo del vino marchigiano Umani Ronchi, il corso introduttivo per gli aspiranti Masters nostrani promosso in collaborazione con l’Istituto Italiano di Qualità Grandi Marchi (che riunisce 19 brand portabandiera del vino italiano nel mondo: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido e la stessa Umani Ronchi).

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