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Sughero, a vite o sintetici? Il mercato conferma il primato indiscusso del sughero, che sigilla il 60% delle bottiglie di vino prodotte nel mondo. E la crescita di Amorim Cork nel 2017, con 561 milioni di tappi venduti in Italia, lo conferma

Tappi in sughero, sintetici o a vite? Il dibattito su quale sia migliore per il vino, quale sia più ecologico e sostenibile, quale sia più di alta qualità va ormai avanti da tempo. Resta il fatto che nonostante le tante alternative, il caro vecchio tappo di sughero sembra comunque resistere alle innovazioni, tenendo alta la bandiera della tradizione. Nel mondo si producono 13 miliardi di tappi in sughero, che vanno a sigillare le 20 miliardi di bottiglie introdotte sul mercato ogni anno: questo significa che il 60% delle bottiglie ha una chiusura in sughero (numero che fino agli anni Novanta arrivava all’80%), e dovrebbe già rendere l’idea di quale sia la preferenza di produttori e consumatori in materia di chiusure delle bottiglie di vino. Secondo uno studio della Oxford University, inoltre, i wine lovers associano i vini chiusi con tappo in sughero ad una maggiore qualità. A confermarlo, anche i dati di Amorim Cork, la portoghese leader nella produzione di tappi in sughero (www.amorimcork.com), che ha visto la filiale italiana la più prolifera tra tutte. Nel 2017 la sede in Italia ha infatti raggiunto i 57,8 milioni di euro di fatturato con 561 milioni di tappi venduti, in aumento del 13% sul 2016. E non è una tendenza made in Italy, i dati generali confermano la passione per il sughero nel mondo enoico: Amorim Group Portogallo ha visto le vendite hanno superare, per la prima volta i 700 milioni di euro, con una crescita del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2016, vendendo oltre 5,1 miliardi di tappi in tutto il mondo. Una quota pari, nel settore dei tappi in sughero, al 40% e del 26% se si considera l’intero mercato delle chiusure, comprese pertanto quelle a vite e quelle in plastica.

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