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Vino e sigari, un’accoppiata inconsueta quanto vincente: il Chianti torna a Cuba per il “Festival Habanos”, in un mercato che vale 10.000 bottiglie al mese. E che è pronto a diventare l’hub per crescere in Paesi emergenti come Argentina, Cile e Perù

Vino e sigari, un’accoppiata inconsueta quanto vincente, almeno da quando il Consorzio Vino Chianti ha “incontrato” il mondo dei sigari cubani, in una partnership che porterà a Cuba 20 aziende della più grande denominazione di Toscana, con 50 etichette di Chianti, Superiore, Riserva, Sottozone e Vin Santo del Chianti, per il Festival Habanos n. 20, di scena fino al 2 marzo a L’Avana. Una “amistad” che dà i suoi frutti, visto che la piccola Cuba importa ogni mese 500.000 bottiglie di vino, di cui 50.000 dall’Italia, e di queste 10.000 sono di Chianti, ossia il 20% dell’export enoico italiano verso L’Avana (www.consorziovinochianti.it).
 È dal 2012 che il Consorzio è presente a Cuba - racconta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti - e oggi siamo la denominazione italiana maggiormente rappresentata sull’isola. I rapporti commerciali segnano un trend in forte crescita e lo dimostra anche l’accoglienza che Cuba ci riserva anno dopo anno in occasione della manifestazione. L’export nel centro America resta per noi un obiettivo altamente strategico e vetrine internazionali come quella di Cuba in questi giorni offre potenzialità di crescita enormi per i nostri produttori. Anche oltre il mercato cubano, come aggiunge Luca Alves, addetto agli eventi del Consorzio, che ricorda come la tappa caraibica sarà l’occasione per incontrare “importanti importatori in arrivo da Paesi in crescita nel commercio del vino come El salvador, Argentina, Panama, Paraguay, Cile, Perù”.

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