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I Millennials saranno il futuro e spenderanno di più in vino, quando ne avranno la possibilità. Ma per ora il mercato dei fine wine, almeno in Usa, è ancora guidato da Gen X e Baby Boomers. A dirlo una ricerca della piattaforma e-commerce Wine Access

Italia
I Millennials saranno il futuro, ma oggi il mercato dei fine wine è sempre guidato da Gen X e Baby Boomers dice Wine Access

Oggetto di indagine e “del mistero” da anni, i Millennials, dicono tutte le ricerche, guideranno il mercato del futuro, e probabilmente spenderanno in bottiglie e brindisi più soldi delle generazioni precedenti. Ma, per ora, anche per evidenti motivi legati al reddito, il mercato del vino, soprattutto nella fascia più alta, è legato ai Baby Boomers, e, ancor di più alla Gen X. Almeno negli Stati Uniti, mercato n. 1 del vino mondiale, e fondamentale anche per l’Italia che negli States realizza quasi il 25% dei suoi 6 miliardi di euro di export complessivo nel 2017.

A dirlo una ricerca della piattaforma e-comerce Wine Access, che ha sondato 1.800 consumatori di vino in Usa di ogni età. E il quadro che emerge è quello di un mercato, in generale in crescita, in cui in media, i consumatori della Gen X (i nati tra il 1960 ed il 1980), sono quelli che spendo di più per il vino, 5.717 dollari all’anno, seguiti da Baby Boomers con 4.900 dollari, e dai Millennials con 4.163 dollari.

I wine lover della Gen X sono anche quelli che comprano i vini più costosi (oltre i 70 dollari a bottiglia) e più di una volta al mese, e anche la generazione che più spesso fa parte di wine club o simili. Sui Millennials, il dato che emerge è quello noto: meno fidelizzati e con meno preconcetti, sono la generazione più “avventurosa” e quella più aperta a sperimentare vini nuovi e da Paesi e territori che vanno oltre i grandi classici. E la nota positiva, in prospettiva, è che il 75% di loro dichiara che spenderebbe volentieri in vino più di quanto non faccia adesso, se ne avesse la possibilità (www.wineaccess.com).

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