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“Il mercato italiano delle bollicine” by Wine Intelligence: crescono i consumi, il Prosecco vince per rapporto qualità/prezzo, lo Champagne per qualità percepita. Ancora indietro il Trentodoc, ma Ferrari è il brand più conosciuto della spumantistica

Italia
Il mercato italiano delle bollicine by Wine Intelligence

Sono stati 31,6 milioni gli italiani che, nel 2017, hanno bevuto vino spumante o frizzante almeno una volta nel corso dell’anno, pari al 64% della popolazione adulta del Belpaese. Così il report firmato da Wine Intelligence “Il mercato italiano delle bollicine” (www.wineintelligence.com), che sottolinea come, a differenza di altri mercati, dove la competizione si riduce spesso tra tre grandi player (Champagne, Cava e Prosecco), in qualche caso affiancati da una produzione nazionale significativa (in Usa, Australia, Germania), in Italia il consumo di bollicine è molto più diversificato. Al di là delle zone storiche di produzione, (come l’Oltrepò Pavese), la spumantizzazione si sta affermando in ogni Regione, spesso per un consumo locale. L’Italia, del resto, è un giacimento di vitigni e piccole denominazioni molto variegate dove alcune produzioni spumantistiche emergenti hanno raggiunto posizionamenti di nicchia molto promettenti: dal Durello in Veneto all’Erbaluce in Piemonte, dal Verdicchio nelle Marche alla Ribolla Gialla in Friuli Venezia Giulia.

Il report di Wine Intelligence, però è focalizzato sulle ominazioni quelle più significative, sia per i volumi sia per l’interesse che ricoprono sul mercato mondiale. Un elemento che emerge dall’analisi è la differenziazione non legata al metodo produttivo (metodo classico o charmat) quanto all’occasione di consumo (aperitivo o celebrazione) e, almeno in parte, al grado zuccherino (spumante dolce). Del resto, è evidente come il significato attribuito dai consumatori sia spesso deviante, ad iniziare dal Prosecco che, sebbene tecnicamente non lo sia (a parte una quota minoritaria sul totale), viene comunemente identificato come un “vino frizzante”. Questa mancata distinzione, che non può essere unicamente ridotta ad una questione culturale, mostra la necessità e possibilità di una comunicazione più efficiente sulle caratteristiche tecniche del prodotto sia da parte dei produttori che da parte del trade.

Diversamente dai volumi di vino fermo, il mercato italiano delle bollicine sta seguendo un trend positivo presumibilmente destinato a durare, collegato principalmente alla destagionalizzazione delle vendite e ad un consumo più frequente. Guardando alle occasioni di consumo, il vino spumante è un termine che resta comunque fortemente legato a feste, celebrazione, brindisi, mentre con il termine frizzante, molti consumatori identificano la bollicina poco impegnativa, quella che spesso è chiamata “frizzantino” e che raggiunge frequenze di consumo simili a quelle del rosé.
Analizzando le tipologie di bollicine, il Prosecco è oramai entrato nel repertorio degli italiani, con quasi la totalità del campione che dichiara di averlo bevuto almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Prosecco e Lambrusco risultano essere le bollicine bevute più frequentemente dai consumatori di spumanti e frizzanti, e non a caso sono le due tipologie che presentano il miglior rapporto qualità prezzo. In termini di percezione qualitativa, Champagne risulta il leader assoluto seguito dal Franciacorta e dal Prosecco, con Trentodoc, Alta Langa, Asti, Pignoletto e Lambrusco indietro.
Nella classifica del rapporto qualità prezzo, invece, il Prosecco è davanti, seguito da Lambrusco ed Asti, con Pignoletto, Alta Langa, Trentodoc e Franciacorta staccati e lo Champagne nettamente in ultima posizione. Alta Langa, Trento Doc e Pignoletto sono meno diffusi, ma raggiungono un’incoraggiante percentuale di consumatori.
Come risulta dalle interviste al trade, il Pignoletto sembra essere associato al Prosecco (come stile, occasione di consumo, price point) mentre l’Alta Langa è alla ricerca di una collocazione precisa, a metà tra il Prosecco e il Franciacorta. La categoria del Trento Doc ha ampi margini di miglioramento sia a livello di penetrazione di mercato che di percezione qualitativa. Ferrari, Martini, Gancia e Maschio sono i brand della spumantistica che sono riconosciuti dal più alto numero di consumatori, con percentuali oltre l’80%. Le performance migliori vengono registrate da Ferrari (Trento Doc) e Berlucchi (Franciacorta) che presentano un tasso di conversione in acquirenti di oltre il 44% . Il Trento Doc dovrebbe sfruttare il traino di Ferrari, come sembra già fare la Franciacorta che vede ben posizionati, dopo Berlucchi (leader nel retail), marchi come Cà del Bosco, Contadi Castaldi e Bellavista. La forza di tali brand mostra ai produttori delle altre tipologie (ad esempio il Prosecco) che ci sono ottime opportunità per costruire branding.

Focus - Le tipologie di bollicine
Il consumo di Trento Doc, Pignoletto ed Alta Langa, percepiti come prodotti tradizionali, risulta essere ancora piuttosto limitato se comparato con le altre tipologie
Prosecco e Lambrusco sono le due tipologie di bollicine che vengono consumate più frequentemente

Franciacorta e Champagne vengono legati a momenti celebrativi mentre Lambrusco e Asti sono percepiti come prodotti vantaggiosi in termini di qualità-prezzo

Focus - I canali di acquisto, spesa media e fattori di scelta

La maggior parte dei consumatori acquista vini spumanti o frizzanti nella Gdo

Champagne e Franciacorta sono acquistati più di altri in enoteca
Eccezion fatta per lo Champagne, in media la spesa per una bottiglia di spumante o frizzante varia tra i 7 e i 14.99 euro nell’off-trade

Marca, offerta promozionale e passaparola da parte di amici o familiari sembrano essere i fattori di scelta prediletti dai consumatori italiani

Focus - I brand della spumantistica

Il brand Ferrari è il più riconosciuto ed il più acquistato tra i consumatori italiani di bollicine
Ferrari e Berlucchi registrano la migliore performance nel convertire coloro che riconoscono il brand in consumatori
Tra i top 5 marchi della spumantistica più raccomandati, compaiono brand di Champagne come Moët& Chandon, Veuve Clicquot e Dom Pérignon.

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