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Bollicine, bianchi, rossi, vini da dessert: a WineNews i consigli “stellati” sui vini da portare sulla tavola di Natale di Giuseppe Palmieri, sommelier dell’Osteria Francescana di Modena, e Luca Vissani, che cura la sala del Casa Vissani di Baschi

Italia
Giuseppe Palmieri e Luca Vissani, sommelier di Osteria Francescana e Casa Vissani

Se il menu della Viglia, così come quello di Natale, è per forza di cose legato, e limitato, a regole non scritte, dettate da una tradizione secolare declinata localmente in piatti dall’alto contenuto simbolico, la scelta del vino, al contrario, vive di tutt’altra libertà. E allora, per onorare al meglio il Natale, ci siamo fatti guidare e consigliare da due dei più grandi intenditori del Belpaese, Giuseppe Palmieri, sommelier dell’Osteria Francescana di Modena, “naso” in sala di chef Massimo Bottura, e Luca Vissani, sommelier del Casa Vissani di Baschi (Terni), il tempio della cucina del padre, Gianfranco Vissani. Consigli a “cinque stelle”, a WineNews, per una tavola ad altissimo contenuto enoico, all’insegna della qualità e della godibilità.

Per iniziare, nei cinque vini di Giuseppe Palmieri c’è “un grande bianco, il Trebbiano d’Abruzzo Fonte Canale di Cristina Tiberio, fresco e minerale. Quindi, quello che è diventato un grande classico della spumantistica non solo di Franciacorta ma d’Italia, l’Annamaria Clementi di Ca’ del Bosco. Rimanendo in tema, ma concedendoci una puntata in Francia, lo Champagne Blanc de Blancs Pierre Legras. Quindi, un rosso, da un piccolo territorio del Piemonte, capace di grandissimi vini, dallo stile contemporaneo, in grado di interpretare al meglio le tendenze e le dinamiche contemporanee: il Boca Le Piane. Infine, vista anche la centralità della pasticceria nelle tavole natalizie, un vino dolce, un piccolo capolavoro dell’Italia enoica, il Picolit di Marco Sara, piccolo produttore friulano che ama e rispetta profondamente la propria terra”.
Apre con le bollicine anche Luca Vissani (chiuso a Natale, ma aperto per la Befana, quando gli ospiti verranno accolti da un aperitivo tra cantina e cucina, #BefanArt), con un’accoppiata Trentodoc-Franciacorta: “impossibile non consigliare il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore senza citare il Ca’ del Bosco Satén. Tra i bianchi, invece, resto vicino casa, con la Cuvée Secréte di Caprai, notoriamente un “rossista”, ma che fa dei bianchi davvero eccezionali. A proposito di rosso - continua Luca Vissani - sempre in Umbria, Barberani fa una piccolissima produzione di Pinot Nero, 800 bottiglie da meno di un ettaro vitato, diverso da qualsiasi altro Pinot Nero che si trova in Italia, bassa gradazione, elegante, davvero buono. Quindi, un altro grande classico, il Barbaresco di Gaja, un nome importante dell’enologia italiana, ma è uno di quei vini che, portato a tavola senza etichetta, spicca sempre e comunque. Infine, per accompagnare il dessert, una chicca: il Creato di Salvatore Murana, un Pantelleria Doc da uve Moscato d’Alessandria”.

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