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Tra export e sostenibilità, il Gruppo Mezzacorona chiude il bilancio 2017 in crescita del 5,7%, a quota 174,71 milioni di euro. L’80% del volume d’affari dall’estero, e sul mercato arrivano i vini prodotti secondo la certificazione Sqnpi

Italia
La Cittadella del Vino di Mezzacorona

A lasciar parlare i fatturati, le grandi aziende del vino italiano continuano a crescere, e lo dimostra, una volta di più, il bilancio del Gruppo Mezzacorona: il fatturato del big della cooperazione trentina, infatti, nel 2017 ha toccato i 184,73 milioni di euro, in aumento del +5,7% sui 174,71 milioni di euro del bilancio 2016. Una crescita legata anche alla grande attenzione posta al tema della sostenibilità, che porterà sul mercato i vini prodotti dal Gruppo nel 2016 e nel 2017 con la certificazione del Sqnpi - Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata. Una carta in più in un settore, quello del vino, sempre più sensibile ai temi ambientali, non solo in Italia, ma anche all’estero, che rappresenta l’80% del volume di affari di Mezzacorona, proprietaria dei marchi Mezzacorona, Rotari, Tolloy, Feudo Arancio-Stemmari. Numeri importanti, comunicati dalla cooperativa trentina nell’Assemblea n. 113, che riconfermato alla presidenza Luca Rigotti, e rassicurato i soci sui fondi Ocm 2018, con il via libera al finanziamento europeo per 1,22 milioni di euro (www.mezzacorona.it).

Trattandosi di una realtà cooperativa, un dato fondamentale è quello che riguarda le liquidazioni ai soci che, nel 2017, hanno raggiunto il record di 63,68 milioni di euro (+16,9%), per una resa ad ettaro dell’uva conferita di 17.800 euro. Il patrimonio netto consolidato ha toccato i 93,96 milioni di euro, l’1,8% in più del 2016, mentre il cash-flow generato si è attestato a 11,91 milioni di euro, ed i collaboratori del Gruppo, al 31 luglio, erano 472. Dal punto di vista commerciale, Mezzacorona esporta i propri vini in oltre 60 Paesi del mondo, con l’export che costituisce l’80% del volume di affari: forte la presenza negli Stati Uniti, il mercato più importante e strategico, dove opera da più di trent’anni con la controllata Prestige Wine Imports, ma anche in Germania, tramite la controllata Bavaria Gmbh, in Austria e Svizzera, nella Scandinavia, nel Regno Unito, in Canada, nel Benelux, in Russia, in Giappone, in Corea del Sud ed in Cina.

Il Gruppo, come detto, presta un’attenzione particolare alla tutela ambientale, ed in quest’ottica ha promosso e ottenuto sia nel 2016 che nel 2017, dopo un impegnativo e condiviso percorso con i propri soci, la Certificazione delle uve prodotte secondo il Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata, tappa fondamentale e necessaria che ha permesso di raggiungere quest’anno la Certificazione dei vini, pronti per essere lanciati sia sul mercato italiano che sui mercati internazionali. Una politica, quella di Mezzacorona, tesa a valorizzare il lavoro dei soci conferitori, ma capace di una valenza positiva per l’intero territorio, ruolo che, del resto, ricopre da decenni: è stata la prima azienda in Trentino negli anni Settanta a puntare sulle Doc e a sperimentare con successo le pratiche più avanzate per la produzione integrata.

Va anche ricordato l’apporto della Cittadella del Vino, uno dei luoghi più conosciuti e apprezzati dagli enoturisti, divenuta un punto di riferimento anche per l’offerta turistica del Trentino, con più di 40.000 visitatori all’anno. Dove, accanto al percorso visite, è stata inaugurata la barricaia storica, con il caveau delle migliori annate dei vini Mezzacorona, che si affianca al prezioso caveau della Cantina Rotari, con le bottiglie più pregiate delle annate di Rotari Trentodoc. E per conquistare i wine lovers di domani, è sempre più alta l’attenzione ai social media, dove nascono tendenze e mode, con i tre marchi principali del Gruppo (Mezzacorona, Rotari e Feudo Arancio), che, nelle diverse piattaforme, hanno superato gli 800.000 like.

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