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Nella performance comparata delle regioni enoiche più blasonate del pianeta il primato è del Piemonte (+58%), e la Toscana (+33%) superata dalla sola Borgogna (+50%): a dirlo l’analisi dei propri indici negli ultimi 48 mesi di Wine-Lister

Italia
Una finestra sulle Langhe, il primato del Piemonte su WineLister

Sebbene sia innegabile il fatto che all’interno dei cataloghi delle grandi aste enoiche internazionali l’Italia deve giocoforza cedere il posto d’onore alla Francia, e non da oggi, i risultati che il tempo e gli sforzi dei migliori produttori nazionali hanno saputo donare all’Italia dei fine wine si fanno sentire ogni giorno di più. E a confermarlo arriva anche la più recente analisi interna di “Wine Lister” (https://goo.gl/Xvzc9u), che ha comparato l’andamento aggregato dei prezzi spuntati nel corso degli ultimi due anni dalle etichette che compongono gli indici delle regioni enoiche più blasonate del pianeta, ovvero Borgogna e Bordeaux per la Francia, Piemonte e Toscana per l’Italia e la California.
Con risultati quantomeno sorprendenti: l’indice che ha totalizzato l’aumento percentuale più alto nel periodo di riferimento, il 58%, è stato quello dei vini piemontesi, composto dal Barbaresco e dallo Sperss di Gaja, dal Monfortino e dal Cascina Francia di Giacomo Conterno e dal Barolo di Bartolo Mascarello. Inoltre, il “WL Piedmont Index” è stato anche quello dall’andamento più costante di tutti, dato che ha virato in negativo solamente in tre dei 48 mesi presi in esame, ovvero il novembre 2015, il maggio 2016 e l’aprile 2017. Secondo posto per la Borgogna, il cui indice (composto di sole etichette del Domaine de la Romanée-Conti) è comunque cresciuto del 50% dal settembre 2015 al settembre 2017. In terza posizione, poi, un’altra sorpresa, ovvero la Toscana, con un apprezzamento del 33% dell’indice, composto esclusivamente dalla crème de la crème dei Supertuscan - Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Tignanello e Solaia - e una liquidità che, sottolineano gli analisti di “Wine Lister”, ne ha garantito la parabola ascendente.
Una parabola che ha relegato l’indice relativo a Bordeaux, contenente nomi come Haut-Brion, Lafite, Latour, Margaux e Mouton-Rothschild, in quarta posizione e fuori dal podio, con una crescita del 28% e, sottolineano gli analisti, non solo la peggiore performance di tutti gli indici presi in esame, dato che anche l’indice californiano ha fatto di meglio (+29%), ma una crescita di prezzo che sta rallentando visibilmente, suggerendo di conseguenza un mercato in fase stagnante dal finire del 2016.

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