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Nell’incertezza politica della Catalogna, le grandi aziende lasciano Barcellona e spostano altrove le sedi sociali. L’ultima è Codornìu, la griffe del Cava da 60 milioni di bottiglie, fondata nel 1551, che saluta il Penedès e si sposta nella Rioja

Le nebbie che avvolgono il futuro della Catalogna dal giorno del referendum dell’1 ottobre stentano a diradarsi, e l’incertezza non è lo stato preferito dall’economia, che richiede, e a volte pretende, al contrario, stabilità. E allora, da quando la tensione tra Barcellona e Madrid è salita, con l’Europa che ha preso apertamente le parti del Governo spagnolo, c’è stato un vero e proprio fuggi fuggi di aziende che hanno deciso di spostare la propria sede sociale fuori dalla Catalogna, per paura di ripercussioni in caso di dichiarazione unilaterale di indipendenza. Sono più di 500, grandi aziende, banche, gruppi assicurativi e, adesso, uno dei simboli della Catalogna enoica: Codorniu, griffe del Cava fondata nel lontano 1551. Una delle aziende del vino più antiche non solo di Spagna, ma del mondo, che oggi produce 60 milioni di bottiglie l’anno, e che dopo quasi cinque secoli decide di spostarsi, almeno in termini legali, nella Rioja, con la struttura operativa che, invece, non si sposterà da Sant Sadurní d’Anoia, nel cuore del Penedès, anche se la galassia Codorniu è decisamente più articolata, con un totale di dieci aziende, di cui otto in Spagna (Bodegas Bilbaínas, Legaris, Scala Dei, Raimat, Bach, Nuviana, Abadía de Poblet, e ovviamente Codorníu), una in Napa Valley (Artesa) ed una a Meneoza, in Argentina (Séptima).

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