2017 più che vivace per le aste di fine wine in giro per il mondo: nei primi 3 trimestri, le case d’aste hanno incassato l’8,7% in più (sullo stesso periodo 2016) tra Stati Uniti, Londra e Hong Kong, arrivando a 53,7 milioni di Dollari

Nel contesto di un anno decisamente vivace per le aste di vini di lusso e da investimento, e complice, forse, anche un contesto macroeconomico che sta virando al meglio a livello globale, gli Stati Uniti si confermano come l’ombelico del mondo dei fine wines sotto il martelletto, dato che nei primi tre trimestri del 2017, come sottolineato da “Wine Spectator” (https://goo.gl/nLvRcg), oltre il 55% del valore di tutte le etichette vendute all’asta sono passate da piazze statunitensi, ovvero 30,3 milioni di Dollari su un totale di 53,7 milioni, lasciando a Hong Kong il secondo posto (con 17,7 milioni) e a Londra, città natale della casa d’asta più antica del globo, un assai distaccato terzo posto, a 5,7 milioni.
Le vendite di vini di lusso sono cresciute a ritmo sostenuto nell’anno in corso: nel periodo compreso tra gennaio e settembre il totale degli incassi è infatti salito dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2016, complice anche una disponibilità di lotti provenienti dalle prestigiose cantine di singoli collezionisti se non quando direttamente da quelle delle aziende stesse, quindi evitando - o comunque minimizzando - il rischio di incappare in un falso, eventualità questa purtroppo mai troppo rara, anche a valle dell’eclatante caso Kurniawan.
Il più che soddisfacente risultato in termini di incassi delle case d’aste specializzate nel settore è probabilmente dovuto anche a un inizio di stagione autunnale nel quale sia Sotheby’s che gli altri grandi nomi nel mondo delle case specializzate (Acker Merral & Condit, Heritage, Hart Davis Hart e Zachys) hanno avuto ottimi risultati nei propri eventi di inizio stagione, a partire proprio dalla decana londinese, che per il suo inizio di stagione ha scelto New York, in un’asta nella quale ha incassato 2,7 milioni di Dollari, ben uno in più della stima minima, a fronte di un catalogo composto per il 40% da etichette californiane, anche se i lotti del “vecchio mondo” enoico hanno parimenti spuntato prezzi finali ben superiori alle stime massime. Stati Uniti anche per l’avvio stagionale di Acker Merral & Condit, con l’isola di Manhattan a fare da palcoscenico di un’asta che ha totalizzato vendite per 5,5 milioni di Dollari, e un catalogo composto per il 40% di etichette di Bordeaux e Borgogna e per il 15% da vini californiani. Dalla costa est alla ovest per Heritage, che nella sua sede di Beverly Hills ha tenuto un’asta con al centro la cantina di un singolo collezionista che ha raccolto offerte finali per 2,7 milioni di Dollari, 1,1 dei quali provenienti da non meno di 50 lotti di Domaine de la Romanée-Conti, mentre Hart Davis Hart ha deciso di cominciare la sua stagione 2017-2018 con un’asta “maratona” di tre giorni in quel di Chicago. 9,6 milioni di Dollari il notevolissimo incasso, che ha garantito all’evento la palma di singola asta di maggiori dimensioni di tutto l’anno (almeno finora), e con i vini bordolesi in prima fila, tallonati, in termini di rialzo, dagli spirits da collezione, whisky in testa. Ancora New York, infine, per Zachys e la sua “due giorni” settembrina, che ha garantito alla casa d’aste un incasso complessivo di 8,8 milioni di Dollari, forte dei 120 lotti provenienti dalla collezione del celebre collezionista Tawfiq Khoury (il quale ha deciso che gli incassi venissero devoluti all’Università di San Diego) e di un contingente ben nutrito di grandi formati di Borgogna e Bordeaux, senza contare il vivissimo interesse suscitato negli astanti da una serie di lotti d’annata della spagnola Vega Sicilia, provenienti direttamente dagli archivi dell’azienda.