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In Francia torna in azione il Comité d’Action Viticole: nel mirino ancora il vino spagnolo, con un blitz nelle cantine di Lalande Galetis e Domaine Mas du Pont, in Languedoc-Roussillon. Ma i 7.000 ettolitri sversati erano quasi tutti francesi ...

A poco più di due mesi dal fragoroso blitz di Nîmes, quando un vero e proprio squadrone, formato da membri di due diverse associazioni, i Jeunes Agriculteurs ed il Syndicat Vignerons Gardois, è andato in tre supermercati della città, a caccia di vino spagnolo sugli scaffali francesi, svuotandone centinaia di litri nei parcheggi, è il più noto Comité d’Action Viticole a tornare in azione, cavalcando ancora lo scontro con i produttori spagnoli, accusati di distruggere l’economia enoica d’Oltralpe con una concorrenza sui prezzi impareggiabile.

Nel mirino, questa volta, sono finite due aziende, entrambe in Languedoc-Roussillon, una ad Aude e l’altra ad Hérault, accusate appunto di importare vino da tavola spagnolo a basso costo, contribuendo così ala crisi dello sfuso francese. Si parla di due grandi cantine, note per stoccare e vendere vino di origine spagnola: Lalande Galetis e Domaine Mas du Pont, letteralmente prese d’assalto nei giorni scorsi. Il modus operandi è dei più classici: blitz in cantina, rigorosamente incappucciati, e migliaia di ettolitri sversati dai silos, con la rivendicazione scritta con la vernice spray, tra “qui vino spagnolo” e “stop import”. 5.000 ettolitri è il “conto” pagato da Lalande Galetis, 2.000 ettolitri persi da Domaine du Mas.

L’ennesimo atto di intolleranza e barbarie, ancor più grave se si pensa che, in realtà, la stragrande maggioranza del vino distrutto era in realtà di origine francese: a Domaine Mas du Pont, come racconta il magazine Usa “Wine Spectator”, i silos erano chiaramente etichettati, così come quelli di Lalande Galetis, che comunque ha appena un 2% di vino importato dalla Spagna, destinato però interamente al mercato cinese. Insomma, rivoluzionari e no global, peccato che non sappiano neanche leggere ...

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