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Il caldo e la siccità stanno mettendo in difficoltà l’agricoltura d’Italia, ma almeno tra i vigneti del Belpaese, per ora, c’è attenzione al meteo, ma poche preoccupazioni. Il racconto, a WineNews di alcuni degli enologi top del panorama tricolore

Italia
Il caldo e la siccità stanno mettendo in difficoltà l’agricoltura d’Italia

Dopo le gelate di fine aprile che hanno colpito duramente i vigneti, soprattutto nei fondovalle, in diverse zone d’Italia, e l’agricoltura in generale, ora a preoccupare è la siccità. Da maggio in molte Regioni del Belpaese, soprattutto al Centro Nord. Per dare un dato, il livello idrometrico del fiume Po è sceso due metri e mezzo sotto lo zero idrometrico (-2,59), un metro e venti centimetri in meno sullo stesso periodo del 2016, per effetto di una primavera che, in Italia, si classifica come la seconda più calda e la quarta più asciutta dall’Ottocento, con le precipitazioni che sono in primavera quasi il 50% inferiori rispetto al periodo di riferimento dopo un inverno particolarmente asciutto con un deficit idrico del 48%. Presto per capire se questa situazione può creare problemi seri anche nei vigneti d’Italia, e come sempre ci sono situazioni diverse da zona a zona, senza considerare la differenza resistenza a stress idrico e scarsità d’acqua tra vitigni diversi, precoci e tardivi, suoli differenti e così via. Ma, intanto, un quadro di insieme, per ora abbastanza positivo, WineNews ha provato a tracciarlo sentendo alcuni degli enologi consulenti più importanti del Belpaese.
Come Carlo Ferrini, attivo soprattutto nel Centro Italia ed in particolare in Toscana, ma anche in Sicilia, che spiega: “la situazione è davvero incredibile, soprattutto al Centro, perchè nonostante la grande siccità, ad oggi di criticità non ce ne sono. Quello che preoccupa di più però sono le previsioni per i prossimi giorni, visto che non è attesa neanche una goccia d’acqua nelle prossime due settimane, e che da dicembre è piovuto pochissimo. Speriamo che si sbaglino, non sono allarmato ma nemmeno tranquillissimo. Voglio essere ottimista. Diversa la situazione in Sicilia, invece - dice Ferrini - in inverno ha piovuto molto, ci sono buone riserve idriche e poca preoccupazione”.
Opinione condivisa anche da Luigi Moio, docente all’Università Federico II di Napoli e tra i massimi conoscitori della viticoltura del Sud Italia: “qui per ora le cose sono abbastanza tranquille, soprattutto nelle zone appenniniche e preappenniniche, in inverno ha piovuto molto ed i terreni argillosi tengono bene l’acqua. Qualche differenza magari la farà il vitigno, quelli più precoci, soprattutto bianchi, forse potrebbero soffrire qualcosa, ma non ci sono grandi preoccupazioni ad oggi. Qualche problema più accentuato di mancanza d’acqua invece c’è nelle zone costiere, più vicine al mare. Ma in generale, i danni li ha fatti il gelo di fine aprile, ed io personalmente più che la siccità per i mesi estivi temo i cambi repentini di clima sempre più frequenti negli ultimi anni, con grandinate e bufere improvvise”.

Dal Nord Italia, sul versante Ovest, ed in particolare dal Piemonte, arriva invece il parere dell’enologo Giuseppe Caviola:
“ad ora la situazione è tranquilla, abbiamo avuto la fortuna di vedere piogge soprattutto nel mese di aprile e maggio, anche abbastanza abbondati, e attualmente le vigne stanno bene, non ci sono problemi di stress. Certo è che le previsioni parlano di temperature alte e poche piogge, ma speriamo che qualche perturbazione arrivi entro il mese di giugno. In altre zone invece, come in Toscana o in Sardegna, da qualche parte si è già iniziato ad irrigare, qualche problema c’è, ma speriamo bene”.

Predica serenità, in conclusione, uno dei più esperti enologi del panorama italiano, Franco Bernabei: “un po’ di siccità c’è ed è innegabile, come il grande caldo che qualche sofferenza può causarla, ma non dimentichiamoci che nei giorni scorsi abbiamo avuto sempre una grande escursione termica che alla vite fa bene. E poi ricordiamoci anche che la vite soffre più semplicemente per eccesso di umidità che per mancanza d’acqua. Poi c’è diversità tra zona e zona, tra terreno e terreno, ma, in generale, io non sono preoccupato, e anche in zone come Veneto o Trentino, per parlare del Nord-Est, per ora non ci sono particolari problemi. Anzi, da qualche parte dopo le gelate di aprile qualche seconda gemma è riuscita a rinascere e ci sarà anche un recupero delle quantità probabilmente. Insomma, guardiamo quello che succede nei prossimi giorni, ma stiamo tranquilli”.

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