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Un fatturato 2016 di 47 milioni di euro, 25 aziende in Italia e estero, 8 cantine, 13.000 ettari coltivati, 900 a vigneto: i numeri di Genagricola Spa, la più grande azienda agricola italiana. Una storia che ha inizio dalla più vasta bonifica privata

Italia
Genagricola Spa, holding agroalimentare del Gruppo Generali Italia, la più grande azienda agricola italiana, è guidata da Alessandro Marchionne

Un fatturato 2016 che si attesta sui 47 milioni di euro, in linea con l’esercizio precedente, si compone di 23 aziende in Italia e 2 all’estero, per un totale di 13.000 ettari coltivati, e quattro settori in cui opera: allevamento, colture erbacee, produzione di energia rinnovabile e viticoltura. Quest’ultima, in particolare, comprende sette cantine in Italia in cinque Regioni, dal Friuli al Piemonte, dal Veneto a Emilia Romagna e Lazio (con i marchi Borgo Magredo, Bricco dei Guazzi, Costa Arente, Gregorina, Poggiobello, Solonio, Tenuta Sant’Anna, Torre Rosazza, Vineyards V8+) e una in Romania (Dorvena), per un totale di 900 ettari coltivati in alcuni dei territori più vocati. Sono i numeri che raccontano Genagricola Spa, holding agroalimentare del Gruppo Generali Italia, la più grande azienda agricola italiana la cui prospettiva è dare ancora all’agricoltura una nuova centralità. Ma la sua storia, tutta italiana, è una case history, non solo della presenza non marginale di gruppi assicurativi, bancari e finanziari nelle compagini proprietarie delle aziende viticole nazionali ed internazionali, in un’ottica di diversificazione di investimenti, ma anche perché ha inizio con quella che, tuttora, è la più grande ed estesa bonifica compiuta in Italia nell’Ottocento da un soggetto privato, e arriva fino al “metodo Genagricola”, un nuovo modello di business per il settore agricolo, fondato su tre pilastri, sostenibilità, sicurezza e sociale, per contribuire a fare crescere non solo uno tra i settori traino dell’economia, ma tutto il sistema Paese.
Genagricola prende vita nel 1851 grazie all’investimento nel settore agricolo di Assicurazioni Generali con l’acquisizione della tenuta Ca’ Corniani: una vasta area paludosa e malarica di 1.700 ettari di terreno, vicino a Caorle, in Provincia di Venezia. Grazie a grandi opere di ingegneria idraulica e un duro lavoro, questo tratto di palude veneta è diventato ben presto un centro agricolo all’avanguardia e densamente popolato. La lungimiranza imprenditoriale ha trasformato un centro economico e produttivo in un vero borgo dove lavoravano e vivevano 3.000 braccianti organizzati in 70 mezzadrie, sono state costruite scuole, chiese, un ufficio postale e addirittura un centro ricreativo, con tanto di cinema. Un’assoluta innovazione per i primi del Novecento, e un modello economico-sociale, cresciuto nel tempo, fino a diventare protagonista del sistema agricolo italiano e un organismo complesso e strutturato che, pur restando saldamente legato all’agricoltura, ha saputo guardare avanti e differenziare produzioni, mercati e interessi.
E che oggi al futuro guarda con un nuovo modello, il “metodo Genagricola”, sotto la guida dell’ad Alessandro Marchionne e con l’avvio di un processo di forti investimenti e di crescita per rinnovare le storiche imprese del passato: la divisione vitivinicola e commerciale è stata separata da quella
agricola delle commodities per stabilire paradigmi di pensiero diversi in funzione del mercato di
destinazione dei prodotti finiti; è stato avviato un importante programma di investimenti fondiari per aumentare l’efficienza dei terreni ed acquisire nuove tenute vitivinicole, di forte valore
aggiunto, come ad esempio in Valpolicella (Costa Arente) e in Romania (Dorvena), per aumentare
l’offerta e ampliare il portafoglio prodotti; e nell’ottica di valorizzazione della produzione, si colloca la scelta dell’enologo Riccardo Cottarella, che con la sua esperienza ha impresso un’accelerazione significativa al processo di miglioramento qualitativo dei prodotti.
Un nuovo modello di business fondato, prima di tutto, sulla sostenibilità in un duplice valore, ideale e concreto, che affonda le sue radici proprio nella bonifica di Ca’ Corniani e nell’attenzione per il paesaggio e la conservazione dell’ambiente naturale. Da allora, grazie a una costante ricerca in tecnologie innovative, Genagricola ha imboccato la strada dell’agricoltura di precisione, anziché di quella intensiva: con l’utilizzo dei droni, ad esempio, è stato avviato un attento processo di monitoraggio delle aziende, si controllano lo stato vegetativo delle piante, le carenze del terreno, il fabbisogno idrico di ogni zona; con i sistemi di controllo Gps delle macchine agricole e di software altamente specializzati, invece, si interviene dosando i nutrimenti necessari a ogni singola zolla. Ma sostenibilità significa anche preservare la biodiversità: ad esempio, in alcune aziende, è stato deciso di destinare alcuni spazi (dal 5% al 10% della superficie totale coltivata) alla creazione di “strisce di impollinazione” per creare delle vere e proprie oasi per le api, insetti fondamentali per la natura, che devono essere salvaguardati; un altro aspetto è la valorizzazione di alcune piante indigene attraverso l’investimento dedicato ad alcune varietà di vitigni autoctoni, come Ribolla Gialla, Picolit e Albarossa. Il secondo pilastro pone quindi al centro l’uomo e il suo diritto alla sicurezza nell’ambiente lavorativo, con una forte politica di investimenti in prevenzione e formazione dei collaboratori e un’indagine continuativa che coinvolge tutte le 25 tenute, per monitorare situazioni a rischio, tutelare il lavoro e la sicurezza, alla luce del fatto che, secondo l’Istat, l’agricoltura è il principale settore in cui si registrano gli infortuni sul lavoro, ancora di più di quanto accade in edilizia. Il sociale, infine, per Genagricola è soprattutto la volontà di creare, nei consumatori di oggi e di domani, una consapevolezza e conoscenza del mondo agricolo e di far tornare le aziende agricole al centro delle comunità locali.
Tappe di questo percorso sono l’accordo di collaborazione con San Patrignano, la comunità di recupero per i giovani tossicodipendenti più grande d’Europa, l’avvio di un ampio programma di informazione e di approfondimento, per il consumatore, sul mondo agricolo, sulle sue dinamiche e sulle sue peculiarità, attraverso i Social Network, e un ambizioso progetto che consiste nel far tornare le aziende agricole un punto di riferimento all’interno delle comunità locali, dei luoghi sociali di ritrovo e di incontro tra le persone, prendendo spunto ideale proprio dall’esperienza di Ca’ Corniani.

Focus - I numeri di Genagricola Spa
Viticoltura: 1.000 ettari coltivati tra Italia, dal Friuli al Piemonte, al Veneto, comprendendo Emilia Romagna e Lazio, e Romania
Seminativi: 13.000 ettari di terreni coltivati per la produzione di grano, mais, riso, barbabietole, soia, colza, girasole e tanto altro ancora
Allevamento: 9.000 capi all’anno di bovini, soprattutto vacche da latte e bufale
Energie rinnovabili: sfruttamento di alcuni prodotti residui delle lavorazioni agricole per produrre biogas, da cui energia elettrica; ogni anno si produce energia ecosostenibile sufficiente ad
alimentare il consumo di 6.000 famiglie italiane

Info:
www.genagricola.it

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