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“Su Ocm lavoriamo per non perdere risorse. Vinitaly fondamentale per confronto con la filiera”. Così Maurizio Martina, nella presentazione di Vinitaly 2017. “Anno della digital trasformation”, dicono dg e presidente Veronafiere Mantovani e Danese

Italia
Verso Vinitaly con le prime misure attuative del Testo Unico del vino dice il Ministro Martina, nell’anno della digital trasformation di Veronafiere raccontata dal dg Giovanni Mantovani

“Vinitaly mi porta fortuna, 4 anni di Ministero dell’Agricoltura consecutivi sono una rarità. Per me è un appuntamento fondamentale, è l’occasione per ascoltare i bisogni delle filiera e valutare le cose che abbiamo lanciato negli ultimi anni. Penso al registro dei controlli che è operativo, penso al Testo Unico del Vino, di cui presenteremo un primo pacchetto di misure applicative. E poi nel 2017 si festeggiano i 60 anni dei Trattati di Roma, e grazie alla presenza a Vinitaly del Commissario all’Agricoltura Ue Phil Hogan, vogliamo che l’Italia e la sua esperienza vitivinicola siano al centro della riflessione, motore della nuova visione della Politica Agricola Comunitaria post 2020. Dico che c’è tanto lavoro da fare, ma anche tanto è stato fatto, e mi sembra che siamo sulla strada buona. Il vino è il settore guida dell’Agroalimentare italiano, ma non solo, perchè sull’esperienza del vino si basa una riflessione sullo sviluppo complessivo dell’economia italiana, e dei territori, che va oltre l’agroalimentare. E anche per questo dico grazie a Verona e a Vinitaly, e soprattutto alle imprese del vino italiano”. Così ha parlato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, oggi a Roma nella presentazione di Vinitaly 2017, l’edizione dei “50 anni più uno”, quella che guarda al futuro. Futuro che passa anche per il “sempre più stringente tema dell’internazionalizzazione delle imprese”, ha ricordato Martina. Che, interrogato da WineNews sugli sviluppi della complicatissima situazione dell’Ocm Vino promozione 2016-2017, si è limitato ad un laconico: “stiamo lavorando con la massima serietà, l’interesse di tutti è quello di non perdere nessuna risorsa”. E a proposito di internazionalizzazione, Martina ha anche commentato l’invito della Commissione Ue alle imprese di vino e alcolici a presentare un proposta per regolare l’inserimento in etichetta delle informazioni nutrizionali come per il cibo: “una strada che non ci piace, e faremo di tutto per opporci”, ha detto Martina. Tutti temi di cui, ovviamente, si parlerà anche a Vinitaly, che, come ricordato dal presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese, “è il primo dopo che da Ente Autonomo siamo diventati Spa, e ci sono sul piatto 94 milioni di euro di piano di investimento.

Veronafiere è al n. 1 in Italia come organizzazione di fiere dirette, l’87% del fatturato è fatto da fiere di proprietà, e noi organizziamo il 45% delle fiere dell’agroalimentare d’Italia. Il vino, con Vinitaly, è il nostro asset più importante, e sarà ovviamente il settore che beneficerà di più di questi investimenti. Investiremo infatti nel consolidamento delle manifestazioni leader in Italia, ma anche nei mercati mondiali come Cina, Usa, ma anche Brasile e Africa. Ci saranno investimenti nei servizi, nel digitale, inizierà percorso per dare più servizi a nostri espositori e visitatori. E a Vinitaly guardiamo sempre più anche all’internazionalizzazione, puntando ad aumentare la presenza di espositori stranieri, ma soprattutto di buyer: nel 2016 abbiamo avuto 50.000 visitatori dall’estero, di cui 29.000 buyer, anche grazie al lavoro di Vinitaly International e della Vinitaly Wine Academy, già quest’anno ne abbiamo 2.000 in più, e sono già previsti oltre 5.000 incontri B2b, grazie al lavoro di Vinitaly, ma anche dell’Ice e delle organizzazioni di categoria, come Unione Italiana Vini e Federvini”, ha concluso Danese, ricordando anche “Vinitaly non dura i soli 4 giorni di Verona, ma dura tutto l’anno, con i tanti strumenti che mettiamo a disposizione di produttori ed operatori”.

E a questo proposito, “ha sottolineato il dg Veronafiere Giovanni Mantovani, “per Vinitaly è l’anno in cui parte il processo della digital trasformation”: vogliamo mettere a sistema la grande mole di informazioni e di contatti che con le tante iniziative che facciamo raccogliamo, per metterle a disposizione delle imprese, dei produttori e dei buyer, in tempo quasi reale, per investire in quello che si chiama “economia 4.0”. E poi, nell’ottica di sviluppare ancora più servizi per le imprese - ha detto Mantovani - con Ismea lanceremo uno strumento di ricerca che non sarà più solo un osservazione di quello che è già successo nei mercati del mondo, ma anche un modello economico previsionale per capire come si svilupperanno e come i diversi Paesi sul fronte del consumo di vino, che sarà importante per le imprese italiane per capire come e dove direzionare sempre meglio ed in modo più mirato gli investimenti”.

Anche perchè i numeri parlano chiaro: il vino italiano nel 2016 ha segnato un nuovo record all’export, con 5,6 miliardi di euro (+4,5), ma senza lo spumante le performance dei vini fermi in bottiglia sarebbero addirittura in regressione. E su questo, il vino italiano deve riflettere, ed intervenire con rapidità ed efficacia. E va in questo senso anche il “piano per l’internazionalizzazione delle imprese dello Sviluppo Economico anche attraverso le fiere - ha ricordato Maria Ines Aronadio dell’Ice - un programma che attraverso Ice mette a sistema soggetti pubblici e privati per sviluppare le strategie all’estero, anche in collaborazione diretta con il Ministero delle Politiche Agricole, soprattutto sul fronte dell’Italian Sounding. Dobbiamo lavorare tanto, perchè al di là dei dati positivi del vino, il quadro economico generale ci dice di scambi mondiali mai cosi fermi, e quindi è importante capire tutte le opportunità che si possono cogliere, anche nei mercati più piccoli e sconosciuti. E va anche in questo senso il “Tavolo del Vino” che abbiamo messo in piedi allo Sviluppo Economico con Federvini e Unione Italiana Vini, soprattutto guardando a Usa e Canada, ma ora guardiamo già anche alla Cina. E già a Vinitaly faremo seminari su diversi mercati coma Usa, Cina, Russia, Giappone, Uk e Scandinavia, dove metteremo a disposizione dei produttori i nostri analisti di mercato”.

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