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Intimo ma con una dedica inequivocabile, controcorrente come chi lo produce, da un vitigno internazionale ma simbolo del Rinascimento di Sicilia, più che un vino “Didacus” è il racconto di Francesca, Alessio e Santi del loro patriarca: Diego Planeta

Italia
“Didacus” è il racconto in bottiglia della storia di Diego Planeta, patriarca del vino siciliano, voluto da Francesca, Alessio e Santi, oggi alla guida della storica griffe

Intimo ma con una dedica che non lascia dubbi, controcorrente come da sempre lo è la cantina che lo produce attraverso più generazioni, espressione di un vitigno internazionale ma simbolo del Rinascimento della Sicilia enoica, più che un vino, “Didacus”, uno Chardonnay, prima annata 2014, è il racconto in bottiglia della storia di Diego Planeta, voluto dalla figlia Francesca e dai nipoti Alessio e Santi, oggi alla guida della storica griffe di famiglia Planeta, fondata dal patriarca del vino siciliano.
“Diego è stato ed è il pioniere del boom enoico della Sicilia anni Novanta, contraddistinto dagli uvaggi internazionali - dice a WineNews Alessio Planeta - la dedica su questa etichetta se la merita tutta e ci ricorda quel bel momento, quintessenza del nostro lavoro. Il nostro Chardonnay è stato il capostipite di un viaggio “al contrario” che la nostra azienda ha compiuto un po’ controcorrente, in nome di una viticoltura aperta e senza pregiudizi, altro insegnamento di Diego. Quando in Sicilia si estirpavano i vitigni internazionali noi li abbiamo allevati, quando nell’Isola sono tornate prepotentemente le uve francesi, noi siamo andati a cercare i luoghi della tradizione viticola ripartendo dai vitigni locali e spostando l’attenzione dal vino al territorio. Ma quella di “Didacus” è anche una dedica che significa rendere omaggio, aggiunge Planeta, a chi caratterialmente non ha mai amato stare sotto i riflettori pur essendo il vero regista del progetto Planeta. Diego è stato e continua ad essere un sapiente suggeritore, capace di mediare due generazioni, consentendo così alla nostra realtà di raggiungere sempre un punto di equilibrio capace di non metterci mai a rischio, e di mantenerci saldamente protagonisti, al di là delle mode passeggere o di scelte a corto respiro. Ma anche sulle questioni più generali come la strategica scelta della Doc Sicilia, di cui vedremo gli effetti benefici nel futuro, Diego è sempre stato in prima fila. Anche sul nome da dare al vino, Diego ha voluto dire la sua dissociandosi dall’uso del suo nome. L’approdo a “Didacus” è stata una scelta che sottolinea la sua personalità più intima, forte e allo stesso tempo mai sopra le righe”. “Didacus” - prodotto in sole 6.996 bottiglie - è il nome con cui il padre Vito chiamava il piccolo Diego quando compieva una delle sue intemperanze. “Il vino deve essere intimità - ha detto una volta Diego Planeta a WineNews - quando diventa una cosa troppo “public” non mi diverte più”.

Parte quindi prima di tutto dall’affetto e dalla riconoscenza della leading generation di Planeta, figli, nipoti, fratelli e sorelle il progetto “Didacus”, lo Chardonnay dedicato ad un grande uomo del vino della Sicilia e non solo. Un’etichetta che rinnova la storia della griffe di Menfi, ma soprattutto sottolinea la grande personalità di Diego Planeta, certamente protagonista non solo delle sorti dell’azienda di famiglia, ma anche dell’assetto complessivo dell’enologia siciliana.
Nato a Palermo il 2 febbraio del 1942, Diego Planeta comincia a lavorare presto, a 18 anni. Nel 1967, costituisce a Vittoria, la SIS, società per azioni che opera nel campo dei servizi per l’agricoltura, oggi presente nell’intero territorio nazionale. Successivamente stabilisce il suo “quartier generale” a Menfi, di cui, dal 2012 è cittadino onorario e dove ancora vive e lavora. Qui ha condotto le aziende agricole della famiglia e il progetto di Cantine Settesoli (di cui è stato presidente dal 1972 fino al 2011), oggi la più grande cantina cooperativa europea. Dal 1985 al 1992 è stato presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino, dove è stato protagonista del rinnovamento e della qualificazione del vino siciliano, avvalendosi di prestigiose consulenze a partire da quella di Giacomo Tachis. Dal 1987 è componente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Per il contribuito al processo di internazionalizzazione della Sicilia enoica, nel 2003 ha vinto il Premio Florio. Nel 2004, è nominato Cavaliere del Lavoro da Carlo Azeglio Ciampi e riceve la laurea ad honorem, in Scienze e Tecnologie Agrarie dall’Università di Palermo. Nel 2008 è nominato presidente di Assovini Sicilia, carica mantenuta fino al 2011.
In un ciclo di attività così ricco e proficuo occupa un posto privilegiato, evidentemente per motivi che oltrepassano il puro lavoro, l’azienda di Menfi. Nata agli inizi degli anni Novanta ed oggi affidata alla figlia di Diego Planeta, Francesca, e ai nipoti Alessio e Santi, si estende su 400 ettari con cinque cantine in cinque particolari terroir dell’isola: Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo.
“Didacus” nasce, quindi, dal cuore della storia enologica di Planeta. Nel 1985 vennero piantati a Menfi quattro ettari a Chardonnay a riprendere una tradizione enoica vecchia di secoli che vedeva questa varietà d’oltralpe coltivata in Sicilia e i vini qui prodotti consumati in molte corti europee. Ma non fu tutto così semplice. Nel 1989, grazie all’enologo Carlo Corino, piemontese, ma esperto di viticoltura ed enologia australiana, arriva lo scatto decisivo, fino all’annata 1994 la prima vendemmia dello Chardonnay di Planeta, un vino di successo fin da subito e capace di indicare la strada della qualità a molti altri produttori dell’isola. Nel 2014, Alessio Planeta e i tecnici aziendali individuano le viti piantate nel 1985 e da queste, solo da queste, progettano un vino speciale. Un vino dedicato a Diego Planeta da cui tutto è cominciato.

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