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Rumors - Vino, storia di grandi famiglie. E ora il futuro di una delle più importanti realtà italiane, Tenuta Greppo di Biondi Santi, culla del Brunello di Montalcino, potrebbe, a giorni, intrecciarsi con quello di un importante investitore francese

Il grande vino racconta, spesso, la storia di grandi famiglie. E ora una delle più importanti realtà familiari del vino italiano, potrebbe vedere il proprio cammino futuro, e quello della sua cantina, intrecciarsi con quella di un’importante investitore francese. È, stando a rumors raccolti da WineNews, seppur non confermati da nessuno delle parti interessate, quello che sembra essere il futuro imminente della Tenuta Greppo di Montalcino, dove alla fine dell’Ottocento è nato il Brunello, dando vita all’epopea di uno dei vini e dei territori più importanti del mondo.
Grazie al percorso tracciato dalla famiglia Biondi-Santi, che ha iniziato il suo percorso vinicolo già con Clemente Santi, che sperimentando nuove tecniche enologiche, otteneva riconoscimenti per il suo “vino rosso scelto (Brunello) del 1865” (il suo Moscadello fu premiato, riconoscimento straordinario all’epoca, all’Esposizione Universale di Parigi del 1867), proseguita con il nipote di Clemente, Ferruccio Biondi Santi, che ha inventato il Brunello, dopo aver selezionato un particolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza. Poi toccò al figlio di Ferruccio, Tancredi, sistematizzare il protocollo di produzione, imprimendo nuovo slancio alla produzione di Brunello, e diventando, di fatto, l’ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini, l’uomo che introdusse la pratica della “ricolmatura” delle vecchie Riserve (storica quella realizzata con Mario Soldati e Luigi Veronelli), con vino della stessa annata (la prima volta nel 1927 per le Riserve 1888 e 1891) e artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955, l’unico italiano inserito dalla rivista Usa “Wine Spectator” tra i 12 migliori vini del Novecento. Dopo quella di Tancredi Biondi Santi, è stata l’era di Franco Biondi Santi, che ha rivestito il prezioso ruolo di “guardiano” intransigente della tradizione, ereditato dal figlio Jacopo Biondi Santi, che oggi guida l’azienda (e che dovrebbe rimanere alla guida della storica Tenuta). Che, a giorni, come detto, potrebbe vedere una importante figura del mondo imprenditoriale-finanziario francese diventare la nuova proprietaria della maggioranza della Tenuta Greppo, con Jacopo Biondi-Santi, chiamato nel fondamentale ruolo di dare continuità identitaria e filosofica, dal punto di vista del vino e del rapporto con il territorio, alla “culla” del Brunello.
Una realtà fondamentale per la storia del vino italiano, e importante anche dal punto di vista economico: 47 ettari, di cui 13 a Brunello (con le stime di mercato che, in media parlano di oltre 500.000 euro ad ettaro, ndr), con il BBS/11, Brunello Biondi Santi, vite n. 11, unico clone aziendale. E che continua a registrare, con le sue bottiglie, risultati di grandi prestigio a livello di quotazioni nelle aste e di critica internazionale. Come dimostrano, tra le altre, la bottiglia di Brunello di Montalcino Biondi Santi Tenuta Greppo Riserva del 1955 battuta per 2.700 euro, quotazione decisamente insolita per una singola bottiglia di vino italiano, nell'ultima asta di Pandolfini a Firenze, o l'inserimento al vertice (insieme allo Champagne Brut 2012 di Krug) del suo Brunello di Montalcino Riserva 2010, con 100/100, della “Top 100 Cellar Selection” 2016, la classifica della rivista americana “Wine Enthusiast” che ogni anno seleziona i 100 vini, tra gli oltre 20.000 recensiti da tutto il mondo, da tenere ancora in cantina per poterli degustare nel loro momento migliore, vista la loro grande longevità.

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