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La competizione su internet e la difesa del proprio marchio online passano anche dalla registrazione dei nuovi domini .wine e .vin: a Vinitaly, Register.it presenta le novità legate all’introduzione delle nuove estensioni sul panorama globale

Tutelare i propri marchi e la propria identità su internet, rafforzare i valori e la provenienza dei prodotti, ottenere migliore visibilità online, oltre alla possibilità di un maggiore sviluppo del business ed essere più competitivi e riconoscibili. Sono solo alcune delle possibilità offerte dall’utilizzo dei nuovi domini .wine e .vin, che le cantine e le aziende del vino italiano non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Ne è convinto Register.it, società del gruppo Dada specializzata nella registrazione dei domini, che oggi a Vinitaly (www.vinitaly.com) ha spiegato le novità legate all’introduzione delle nuove estensioni. Dal 27 gennaio 2016 i nomi a dominio con estensione .wine e .vin sono infatti disponibili per la registrazione ed hanno già dimostrato di ottenere un buon successo, con oltre 15.000 registrazioni nei primi 2 mesi, offrendo così una valida alternativa ai domini tradizionali come il .it o .com, a chi opera nel comparti vinicolo. Un aspetto che, nel futuro, potrebbe diventare un must have per qualsiasi cantina, consorzio o azienda del mondo del vino. Come spiegato da Massimo Zanardi, responsabile vendite di Register.it per la parte dei servizi offline, “non bisogna lasciarsi sfuggire l’opportunità di registrare il proprio nome o quello del proprio brand, prodotto, e marchio, con l’estensione .wine. È un’opportunità. molto grande che bisogna cogliere prima che altri lo facciano prima di noi, visto che il mondo di internet questo lo consente. Questo va dunque fatto in termini di logica difensiva ma anche di sviluppo e difesa del valore”. Ogni azienda, ha sottolineato ancora, “investe infatti dei soldi per vendere e rappresentarsi sui mercati, anche a livello digitale. In questa direzione è evidente che non avere il .wine, lasciando che altri lo registrino al posto nostro”.

Il cosiddetto fenomeno del “cybersquatting” “vuol dire rischiare di mettere una parte del proprio investimento in mano ad altri. Le aziende non devono commettere l’errore di pensare che l’identità si fermi alla registrazione di un marchio nel mondo reale. In realtà, l’identità e l’evoluzione del mercato e del mondo che ci circonda saranno sempre più digitali”. “Non considerare questo aspetto come prioritario - aggiunge Zanardi - significa tralasciare una parte sostanziale dell’evoluzione della propria azienda nei prossimi anni. Oltretutto, registrare un dominio ha un costo irrisorio e richiede pochissimo tempo. L’Italia si sta muovendo soltanto ora sul fronte dell’e-commerce e del digitale. Il fatto che solo adesso i grandi player mondiali, come mister Ali Baba, siano iniziati a venire a Vinitaly, indica che probabilmente sta diventando maturo il tempo affinché il sistema paese e tutte le aziende riescano a rientrare nel gioco mondiale del digitale”.

In Italia, è stato ricordato, le aziende vitivinicole sono 310.000, ma solo il 10% di queste sfrutta il canale dell’e-commerce e la vendita di vino online è inferiore allo 0,5% del fatturato complessivo del settore. Al tempo stesso crescono sempre più le ricerche online sul vino, e sono sempre più specifiche. L’azienda ha ricordato che il .wine è il quarto dominio più registrato su Register.it. Mentre su circa 2 mila domini presi a campione nel database aziendale contenenti le parole vino e .wine, già il 25% di essi ha registrato il corrispettivo dominio .wine e .vin. Tra i casi di successo quello del Prosecco che ha registrato il proprio nome con entrambi i domini.

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