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Sophia è giovanissima, ma ha già ideato il primo vino: “Sof”, elegante e delicato rosè, che quasi le somiglia, prodotto nella Tenuta di Biserno, a due passi dai cipressi di Bolgheri. Dove lo ha presentato oggi, insieme al suo babbo, Lodovico Antinori

Sophia è giovanissima, ma sa già qual è il suo vino, il primo che ha ideato. In una mano mostra “Sof”, un elegante e delicato rosè, un Igt 2015, a base Syrah, prodotto in quei vigneti che, dalle colline di Bolgheri, scendono al mare, con la sua bottiglia che, quasi, le somiglia: in raffinato vetro satinato, trasparente quanto basta per mostrare quel tenue color pesca proprio del vino che contiene, che cattura lo sguardo, prima ancora del palato. Al suo fianco, ha il suo babbo, non un personaggio qualunque nel mondo del vino, e dunque si direbbe abituato a certe emozioni, ma tant’è che anche i suoi occhi sono tutti per la figlia: Lodovico Antinori, “deus ex machina” della Tenuta dell’Ornellaia, creatore di miti autentici dell’enologia mondiale, come Masseto e Ornellaia, prima, e poi, alla Tenuta di Biserno, di etichette grandiose come Il Pino di Biserno, Biserno e Lodovico. Ma questo non conta. Ancora una volta, scrive una nuova pagina della sua celeberrima carriera professionale, ancora una volta a Bolgheri, ma il suo ruolo è quello di guidare, consigliare, sostenere quella creatività fatta di grandi intuizioni che è propria di una famiglia con alle spalle secoli di storia enoica, accompagnando Sophia Antinori nel debutto come produttrice nell’“alta società enoica”, di scena oggi alla Tenuta di Biserno, a Bibbona, a due passi dai cipressi di Bolgheri.
“Sof”, è “Sophia style”: è il primo nato, ma già racconta di una giovane produttrice che per il suo debutto sulla scena ha scelto di produrre un vino - poco più di cento bottiglie, con il nome inciso anche in bottiglia, vestita con una semplice, ma elegante, etichetta in stile provenzale - puntando su una tipologia sempre più amata, piacevole, fresca ed immediata, soprattutto dalle nuove generazioni come lei, che vive e studia in Gran Bretagna, conosce più di una lingua, e parla la stessa dei suoi coetanei, in Italia e in tutto il mondo. Un rosè, vino che, di anno in anno, accresce i suoi consumatori, con il suo gusto comprensibile specie ai palati più giovani, stimolando la scoperta di sensorialità più articolate. E con il quale Sophia Antinori, per iniziare, ha scelto di raccontare una delle migliori espressioni italiane in bottiglia.
Info: www.biserno.it

Focus - Di padre in figlia, il ritratto di Lodovico Antinori
Il progetto enologico della Tenuta di Biserno (i vini sono Il Pino di Biserno, Biserno e Lodovico), che si è sviluppato dal 2005 (inizialmente con il nome Campo di Sasso), tra Bibbona e Bolgheri, ha come protagonista Lodovico Antinori. Quest’ultimo ha riportato tra i vigneti bolgheresi quella genialità che lo aveva accompagnato nel 1981 nel travolgente percorso di successo della Tenuta dell’Ornellaia, la sua prima “creatura” enoica da cui sono usciti vini come Masseto e Ornellaia.
La Tenuta di Biserno è stata scoperta da Lodovico Antinori nel 1995, con l’intenzione di includerla nell’Ornellaia. Ma la Tenuta di Biserno, per il suo particolare terroir, richiedeva un progetto separato che Lodovico con il fratello Piero ha reso realtà nell’ultimo decennio. La Tenuta si trova in Alta Maremma e confina a nord ed a sud con Bolgheri. A segnare questa particolarità, il vigneto “Bellaria”, che a sud si trova nel territorio di Bolgheri, mentre a nord fa parte di Biserno, dove sorge anche il vigneto “Lodovico”, 6 ettari considerati il miglior terreno di questa grande area. I vigneti, piantati a partire dal 2003, con le varietà Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot, sono coltivati a 6.500 piante ad ettaro e si estendono complessivamente per 45 ettari. Lodovico Antinori è investito in prima persona nella conduzione del progetto, che sta già incontrando una importante affermazione sui mercati di tutto il mondo, da quello inglese a quello Usa, ai tanti eno-collezionisti asiatici.
Come a metà del XIX secolo, la fondazione del marchio “Marchesi L&P Antinori” organizzava attraverso una struttura imprenditoriale moderna ed efficiente il lavoro svolto da una famiglia impegnata nel vino fin dal 1385, così, nel secondo millennio, i discendenti di quei pionieri dell’imprenditoria italiana del vino, che portano gli stessi nomi, lavorano per mettere in campo le loro grandi esperienze pregresse. Vignaioli per sempre non è solo un modo di dire, ma anche un modo di essere.

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