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Nel vigneto si bilanciano equilibri dettati da natura e uomo. “Si può però trovare stabilità tra trattamenti artificiali e corso naturale studiando flora e insetti che lo abitano”, come spiegano gli agronomi Stefano Zaninotti e Cristiano Francescato

Il vigneto, un ecosistema delicato e dove si bilanciano equilibri dettati dalla natura e dall’uomo. Se da una parte l’uomo “forza” un ambiente, impiantando nuove colture come la vite, dall’altra cerca di preservare una qual certa “naturalità” nella gestione delle piante. Ma come si fa a trovare un equilibrio tra trattamenti artificiali e corso naturale? Molti cercano soluzioni sfruttando quello che la natura propone. Alla base di questa filosofia biologica c’è lo studio dell’ecosistema vigneto, quello che comprende tutta la vegetazione che nasce spontanea tra i filari, ma anche gli insetti che vi abitano.
Come spiega l’agronomo Stefano Zaninotti di Vitenova Wine Wellness, società di consulenza alle aziende vitivinicole in campo agronomico: “l’idea del ruolo degli insetti nel vigneto, è cambiata, se prima erano nemici, adesso li consideriamo alleati perché sono indicatori del benessere dell’ecosistema vigneto. Quando gli insetti sono in salute significa che anche il terreno e le piante godono di un buono stato. Naturalmente evitando i danni che alcuni possono portare, studiandoli, possiamo capire dove e come intervenire nel vigneto. Perché, appunto, certi insetti sono anche indicatori di un equilibrio biologico sano. Dobbiamo quindi intraprendere una strada che ci deve portare ad un cambiamento mentale verso gli insetti. Inoltre - continua Zaninotti - quantificando la quantità microbiologica, si può quantificare anche il suo stato di salute”.
Ma non solo gli insetti, non sono l’unico indicatore di un vigneto sano. C’è anche la flora spontanea che misura il livello di salute di un vigneto: “quando le specie spontanee che circondano i vigneti, si trovano anche all’interno del vigneto - spiega l’agronomo Cristiano Francescato di Vitenova - vuol dire che la coltivazione si è integrata perfettamente nell’ambiente circostante, nonostante sia un sistema gestito dall’uomo in maniera produttiva. Quando si innesta un sistema agricolo in un ambiente naturale, è comunque privare l’ambiente di una biodiversità. Ed è quindi giusto che l’intervento dell’uomo sia meno impattante possibile e lasci che la natura riprenda alcuni spazi”.

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