La nuova frontiera del vino, in Usa, si chiama “paint ‘n’ sip”: sono centinaia gli appuntamenti, partecipatissimi dalle giovani donne della upper class, in cui gli amanti dell’arte abbinano un bicchiere di vino alla sessione di pittura

Se c’è un aspetto che ha caratterizzato l’approccio al vino negli ultimi dieci anni, almeno negli Stati Uniti, è quello di aver moltiplicato in maniera esponenziale le occasioni di consumo. Fino a qualche anno fa, ad esempio, era inimmaginabile anche solo l’idea di vedere uno Chardonnay sul menu di Starbucks. Oggi, invece, il vino è letteralmente dappertutto, anche negli atelier, dove l’ultima tendenza, partita dalle grandi città, è quella del “paint ‘n’ sip”, letteralmente “dipingi e sorseggia”, in cui gli amanti dell’arte abbinano un buon bicchiere di vino alla sessione di pittura. Non serve certo essere dei fenomeni del pennello, e neanche dei grandi conoscitori di vino, l’importante è saper apprezzare entrambi i mondi, coniugati da società come la Pinot’s Palette, una delle tante ad organizzare serate di questo genere. Su cui si sta catalizzando l’attenzione del mondo del marketing, perché appuntamenti del genere, pur coinvolgendo piccoli gruppi, riguardano un target ben preciso, quello delle giovani donne, che rappresentano il 90% dei partecipanti, perlopiù Millenials (21-35 anni) della upper class. Chissà che il “paint ‘n’ sip”, raccontato dal magazine più letto dai wine lovers Usa, “Wine Spectator” (www.winespectator.com), non arrivi presto anche in Italia. Intanto, la Paint Nite, fondata nel 2012, in pochi anni ha portato il format in Canada, Argentina, Sudafrica e Uk, per un totale di 3.300 appuntamenti ...