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Ocm Promozione, la Conferenza Stato-Regioni rinvia la discussione dello schema di decreto. E, oltre ai ritardi, il testo, anticipato da WineNews, premia piccoli e nuovi, senza recepire le indicazioni arrivate dalla filiera nei mesi scorsi

Italia
In ritardo il decreto Ocm promozione vino

Nonostante gli appelli delle organizzazioni della filiera e le rassicurazioni delle istituzioni, l’Italia rischia di arrivare in ritardo, ancora una volta, ad avere il decreto, che il Ministro Martina aveva definito “in dirittura di arrivo” pochi giorni fa, per la misura promozione per l’Ocm, che è stata fondamentale per la crescita nei mercati dei Paesi terzi di tutto il mondo. La Conferenza Stato Regioni di ieri ha, infatti, rinviato alla prossima seduta (verosimilmente a fine Marzo) la discussione dello schema di decreto. Il che realisticamente significa che, con l’ok della Conferenza Stato-Regioni o meno, il Ministero delle Politiche Agricole non potrà emanare il bando nazionale prima di aprile. E di conseguenza quelli regionali (che si spartiscono il 70% dei 100 milioni di euro a disposizione dell’Italia), di cui quello nazionale è il modello, non arriveranno prima di maggio, causando non pochi disagi ai produttori italiani costretti a pianificare buona parte delle attività in fretta e furia, e facilmente dopo che operatori e spazi saranno già stati impegnati dai competitor, Francia e Spagna in primis.
Come se non bastasse, è facile immaginare che lo schema di decreto in discussione, se rimanesse così come è, scontenterà buona parte della filiera, visto che (come peraltro vogliono le linee guida Ue), sembra orientato a distribuire “un po’ meno ma a più soggetti”, rischiando di fatto di frammentare in maniera poco efficiente le risorse, andando quindi in direzione opposta a quanto indicato nei mesi scorsi da organizzazioni di filiera come Federvini e Unione Italiana Vini, e associazioni di impresa come “Istituto del Vino Grandi Marchi” e “Italia del Vino Consorzio” che già in gennaio avevano criticato l’impostazione del decreto (come raccontato da WineNews, http://goo.gl/wYQckO, http://goo.gl/K3fyyw). In particolare, infatti, il costo minimo del progetto per cui di può richiedere il contributo (fino ad un massimo del 50%) è abbassato a 50.000 euro, ed i criteri nella compilazione delle graduatorie premieranno, nell’ordine progetti su Paesi terzi (o mercati di Paesi terzi) per cui il beneficiario non abbia ricevuto contributi nella programmazione 2014-2018, nuovi beneficiari, consorzi di tutela, realtà che producono e commercializzazione solo vini di propria produzioni, progetti in cui prevalgano azioni dirette al consumatori, raggruppamenti con una forte presenza di piccole e microimprese, progetti rivolti a mercati emergenti, su particolari tipologie di prodotto “riconosciute”, progetti che riguardino solo vini Dop o Igp, e progetti per cui il contributo pubblico richiesto sarà inferiore alla quota del 50% massimo. Con tutti i criteri che saranno valutati in centesimi, da un minimo di 5 punti ad un massimo di 20 per ogni voce.

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