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VENDEMMIA 2013: ANCORA PREMATURA UNA PREVISIONE MA, RESTANDO BUONE LE CONDIZIONI METEREOLOGICHE, POTREBBE ESSERE UNA BUONA (SE NON GRANDE) VENDEMMIA. L’ANALISI DI WINENEWS CON LE PRIME IMPRESSIONI DI MOLTI FRA I MIGLIORI ENOLOGI DEL BELPAESE

Ferragosto, il mondo è in vacanza. Ma tra le vigne (dove qualche grappolo, soprattutto al Sud, è già stato tagliato) si guarda con attenzione, ma anche ottimismo, a come sarà la vendemmia 2013. Fare previsioni affidabili, ora come ora, è prematuro.

Di certo, a meno di improvvise sterzate metereologiche che innalzino la temperatura proprio nel periodo di raccolta (come per esempio è accaduto nel 2006) possiamo parlare di una annata tendenzialmente fresca e decisamente molto più fresca rispetto alla 2011 e 2012. Questo vuol dire che il risultato potrebbe essere quello di vini aromaticamente più dotati, forse un po’ meno concentrati, ma probabilmente destinati ad essere più longevi di quelli ottenuti dalle ultime due vendemmie (anche se è pur vero che in qualche zona dell’Italia sono stati registrati degli abbassamenti repentini di acidità). Secondo l’analisi di WineNews, confortata dal parere di alcuni tra i più importanti enologi ed agronomi del Belpaese, si può parlare con buona approssimazione di una vendemmia che andrà in scena almeno con una settimana di ritardo sul 2012. Un dato che può rubricare la raccolta 2013 fra quelle tendenzialmente tardive, ma non tardive in assoluto. Un tipologia di vendemmia, quest’ultima, difficilmente ripresentabile sia per una sostanziale calendarizzazione della raccolta, anche al di là delle stesse condizioni climatiche (dettata dalle economie di scala che pure esistono anche nelle cantine), sia per una diffusione di sistemi di allevamento e/o di coltura dei vigneti che inducono ad un anticipo della maturazione (quest’ultimo elemento presente anche nelle caratteristiche dei cloni più moderni dei vitigni più diffusi in Italia) e sia perché la quota di vitigni precoci presenti nel Vigneto Italia resta ancora importante.

Un inverno piovoso, le intense precipitazioni primaverili e di inizio estate hanno da un lato alimentato le riserve d’acqua messe a dura prova nel 2012, ma, al contempo, hanno provocato non pochi problemi sul fronte della salute del vigneto, colpito in modo massiccio dalle principali malattie fungine della vite. Questo elemento potrebbe incidere sui potenziali produttivi, che potrebbero anche essere influenzati dai non rari problemi di allegagione (la fase fenologica successiva alla fioritura in cui avviene lo sviluppo iniziale dei frutti) che hanno fatto seguito ad una fase di fioritura disturbata dalle forti piogge.

Sul fronte qualitativo, stando così la situazione generale del tempo, siamo di fronte a processi di maturazioni graduali (decisamente più graduali della vendemmia 2012 che ha dovuto fare i conti anche con arresti della stessa per un periodo piuttosto lungo, che le piogge settembrine hanno soltanto in parte innescato di nuovo) e le sostanze aromatiche (che si trovano nella buccia) non sono state compromesse da scottature e dalle alte temperature come nel 2012. Elementi che evidentemente possono al momento far pensare ad una vendemmia come minimo migliore di quella dello scorso anno.

Ma cosa ne pensano alcuni fra i migliori enologi consulenti del Belpaese? WineNews lo a chiesto ad alcuni tra i più titolati del momento.

“Ho cominciato a valutare la 2013 un’annata interessante fin da maggio, mentre pioveva molto e qualcuno mi ha preso in giro - afferma Carlo Ferrini enologo che firma le produzioni di aziende del calibro di Casanova di Neri e Castello Romitorio a Montalcino, Tasca d’Almerita in Sicilia e San Leonardo in Trentino - ci vedo un po’ i tratti salienti della vendemmia 2010, compreso il ritardo nei tempi di raccolta sia al Centro, al Nord e al Sud, con l’inizio della vendemmia vera e propria che non arriverà prima di fine settembre inizio ottobre, anche per le varietà precoci. Ci sono state difficoltà evidenti nella gestione delle principali malattie fungine, ma chi ha lavorato bene nella tempistica dei trattamenti, ad ora ha delle bellissime uve. Decisivo, naturalmente - continua l’enologo toscano - il prossimo mese, potrebbe prospettarsi una vendemmia con i tempi più tradizionali, Probabilmente - conclude Ferrini - sarà una raccolta con quantitativi analoghi al 2012”.

“Chi è stato bravo in vigna, cioè ha salvato le uve dalle malattie - afferma Riccardo Cotarella forse l’enologo italiano più celebre al mondo e fresco presidente di Assoenologi- potrebbe essere anche premiato. Ma, naturalmente, dobbiamo vedere quello che succede da qui ad un mese. Certo, se le condizioni metereologiche si mantengono su questi binari, potrebbe essere anche una gran bella vendemmia. Ad oggi, siamo, in generale - conclude Cotarella - una settimana, dieci giorni in ritardo sui tempi di raccolta del 2012”.

“Al nord alcune varietà hanno avuto problemi di cattiva allegagione dopo fioriture temporalmente molto lunghe e avvenute mentre pioveva molto - spiega Leonardo Valenti, professore di viticoltura all’Università di Milano e consulente di aziende come la veneta Paladin e l’umbra Caprai - verificandosi delle crescite irregolari degli acini su uno stesso grappolo, con conseguente disomogeneità nel grado della loro maturazione. Potrebbe essere molto frequente il caso che al termine dell’invaiatura le uve siano quasi immediatamente da vendemmiare, anche in concomitanza con il caldo intenso di questi ultimi giorni che ha indotto un po’ di arresto nelle funzioni fisiologiche primarie della pianta. Per le basi spumante si partirà con la raccolta pochi giorni prima del 20 di agosto, con un anticipo medio di una decina di giorni. Più indietro la situazione al Centro Italia che potrebbe essere stimata in almeno 12 giorni sul 2012. Anche al Sud c’è un ritardo, ma molto più moderato. Per adesso - conclude Valenti - sulle varietà a bacca rossa è praticamente impossibile dire qualcosa, mentre su quelle a bacca bianca ci potrebbe essere qualche problemino, con le acidità che si sono forse ridotte troppo”.

“C’è stata molta umidità in primavera - spiega Roberto Cipresso enologo di fama internazionale - per cui le viti hanno avuto in certe zone qualche problema. La buona riserva idrica accumulata permetterà di portare a termine la maturazione senza particolari traumi, anche se, è probabile, che gli acini saranno ingrossati e un po’ meno concentrati. Naturalmente - continua Cipresso - chi sarà stato più bravo ne trattamenti avrà le uve migliori. È un’annata in cui a fare la differenza sarà, in misura più evidente, l’uomo. La vendemmia 2013 non mi pare - conclude l’enologo - a macchia di leopardo. La situazione è tendenzialmente generalizzabile a tutto lo Stivale”.

“Attualmente ci sono dai 7 ai 10 giorni di ritardo sul 2012 sia al Nord che al Centro, leggermente meno al Sud - spiega Lorenzo Landi, enologo consulente di realtà produttive come Rocca delle Macìe in Toscana e Lungarotti in Umbria - un annata tardiva se guardiamo alle vendemmie del 2011 e 2012, ma non tardiva in senso assoluto. La situazione complessiva ad oggi è buona. La maturazione è sostanzialmente graduale, non sta avvenendo a temperature altissime come nel 2012 e lo stress idrico non è pesante. Aromaticamente direi - continua Landi - che dovrebbe essere una buona annata, anche perché le escursioni termiche fra il giorno e la notte non sono per ora mancate praticamente mai. Non sarà un’annata concentratissima ma - conclude l’enologo toscano - dovrebbe essere un millesimo fresco e longevo, almeno ora come ora”.

“Dopo due millesimi tendenzialmente siccitosi - spiega Vincenzo Mercurio, uno fra i migliori enologi del “vivaio” italiano - la 2013 si presenta come un’annata più fresca. A primavera ci sono state temperature finalmente primaverili, con le frequenti piogge che hanno portato qualche problema nella cura e prevenzione delle malattie principali della vite. Abbiamo un’estate un po’ più tardiva - continua l’enologo campano - ma con escursioni termiche tra giorno e notte già in atto. La 2013 mi fa venire in mente un’annata longeva. Evidentemente, il prossimo mese sarà decisivo, ma fino ad ora le fasi fenologiche della vite sono state regolari e il caldo è arrivato proprio durante l’invaiatura - conclude Mercurio - in condizioni molto favorevoli all’accumulo dei polifenoli”.

“Tecnicamente siamo in ritardo, al netto delle differenze varietali - spiega l’enologo Emiliano Falsini consulente dell’azienda piemontese Giacomo Fenocchio, della siciliana Girolamo Russo e della toscana Castello di Meleto - in Sicilia, per esempio, anche lo stesso Chardonnay, un precoce, sarà vendemmiato intorno al 20 di agosto, evidentemente se è stato possibile irrigare. In Toscana di vendemmia non se ne parla prima di inizio settembre e questo riguarda anche le zone più calde come la Maremma. Dove l’uva è sana, cioè dove si è fatto una buona lotta contro le principali malattie della vite che, quest’anno, non sono mancate, potrebbe essere un’annata interessante. Il clima, ad oggi, è favorevole, ma se a settembre comincia a piovere - conclude Falsini - per le zone più tardive potrebbero esserci dei problemi”.

“Ci sono due elementi fondamentali che, ad oggi, caratterizzeranno la vendemmia 2013 - spiega Fabio Mecca con consulenze concentrate specialmente al sud fra Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania - il primo è l’abbondanza di piogge tra primavera ed inizio estate, che ha creato senza dubbio qualche problema con le malattie fungine della vite, specialmente in zone come Basilicata e Calabria, per giunta poco abituate a fronteggiare questo tipi di minaccia. Il secondo elemento è che le temperature che hanno raggiunto picchi altissimi nelle regioni del Sud Italia, hanno bloccato un po’ il processo di invaiatura. Ma se la situazione resta tendenzialmente questa, i vitigni precoci saranno raccolti nei primi giorni di settembre e i tardivi intorno al 10 ottobre. Insomma - conclude l’enologo - si dovrebbe trattare di una vendemmia vecchio stile, almeno dal punto di vista della tempistica”.

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