VINO & BIRRA? NON SONO PIÙ INCONCILIABILI COME UNA VOLTA: DAL 2006 AD OGGI, NEGLI STATI UNITI, SEMPRE PIÙ BIRRIFICI PUNTANO SULL’IBRIDO VINO-BIRRA, FACENDO INCONTRARE GUSTI, MONDI E CONSUMATORI DIVERSI

Il mondo della birra e quello del vino vengono spesso dipinti come inconciliabili, in concorrenza e competizione nella spartizione del gigantesco mercato degli alcolici. In realtà, non è scritto da nessuna parte che non si possano amare entrambi allo stesso modo, tanto che alcuni piccoli birrifici, specie in Usa, puntano da qualche anno sull’incontro più che sullo scontro, aggiungendo agli ingredienti della birra le uve utilizzate per il vino. Allagash, birrificio di Portland, nel 2006 ha lanciato “Victoria”, una ale con l’aggiunta di Chardonnay, seguita l’anno successivo dalla Victor, a base di Cabernet Franc, entrambe rilasciate sul mercato una sola volta l’anno. Nello stesso periodo, la Dogfish Head lanciava i suoi ibridi vino-birra, come la Red & White: stile belga, aromatizzata al coriandolo e buccia d’arancia e fermentata con il succo di Pinot Nero. A Denver, alla Wynkoop Brewing, la birra ha invece incontrato, grazie al mastro birraio Peter Bouckaert, il mondo del Beaujolais, con la Brewjolais Nouveau, una brown ale particolarmente acida, in due versioni, Cabernet Sauvignon e Gewürztraminer.

Ma il vero boom, a livello commerciale, è arrivato un anno fa, con il lancio della Blue Moon Vintage Blonde da parte di uno dei gruppi più grandi della birra d’oltreoceano (e del mondo), la MillerCoors’s, mentre è giusto ricordare che l’origine dell’ibrido birra-vino risale al 1995, quando il mastro birraio Keith Villa aggiunse il succo di grappoli di Chardonnay ad una parte della propria produzione, scalfendo per la prima volta il muro che da sempre divideva il mondo del vino da quello della birra, ormai ridotto simbolicamente in macerie dal 2006 ad oggi.