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I PERCHÉ DI UNA SCELTA … RICCARDO E FRANCESCO ILLY SPIEGANO A WINENEWS LE STRATEGIE DELLA FAMIGLIA A MONTALCINO DOPO L’ACQUISIZIONE DELLA STORICA “GRIFFE” MASTROJANNI

Italia
Riccardo Illy

Montalcino, non è una novità, resta un territorio dal grande appeal, capace di attirare perfino grandi gruppi, come nel caso, ultimo in ordine di tempo, del Gruppo illy Spa, la holding della famiglia Illy, che ha acquisito, a fine 2008, l’azienda vitivinicola Mastrojanni di Montalcino e che, per “Benvenuto Brunello” 2009, si presenterà ufficialmente al pubblico degli enoappassionati e degli addetti ai lavori in questa nuova veste.
Winenews ha chiesto in esclusiva a Riccardo Illy i motivi di questa scelta. Certamente motivazioni imprenditoriali, ma anche ragioni sentimentali “nostro nonno aveva avviato una attività agricola in Istria - spiega Riccardo Illy - ma i terreni vennero confiscati dopo la guerra dalla Jugoslavia. Una vocazione, quella agricola, che si interruppe precocemente, lasciando però in famiglia un vuoto che in qualche modo doveva essere colmato. Mio fratello Francesco, successivamente, imparò ad amare il Brunello, soprattutto quello di Mastrojanni, in Svizzera, dove abita da molti anni. Poi è approdato proprio a Montalcino, curando la gestione e l’avviamento di Podere Le Ripi, azienda vitivinicola, che confina con i terreni di Mastrojanni. In famiglia abbiamo tutti una grande passione per il vino e molti di noi hanno fatto il corso da sommelier. Da parte mia, posso aggiungere che sono stato amico di Veronelli e che fra i miei migliori amici ci sono molti viticoltori”.
Passione, vocazione all’agricoltura e conoscenza di un mondo, quello del vino, che difficilmente lascia indifferenti. Però anche solide motivazioni imprenditoriali e strategie ben precise stanno dietro allo “sbarco” della famiglia Illy a Montalicno. “Solo le Langhe e forse in parte le colline dove si coltivano i vigneti dell’Amarone hanno lo stesso peso d’immagine e di qualità che possiede il territorio di Montalcino - continua Riccardo Illy - per questo abbiamo scelto proprio queste colline e non per esempio il nostro Friuli, territorio a vocazione sostanzialmente bianchista e certamente capace di produrre vini molto buoni, ma meno noto a livello globale. Il nostro progetto a lungo termine è quello di inserire la produzione vitivinicola in una sorta di polo dell’eccellenza del gusto, che vada dal caffè al cioccolato, al the, fino, appunto, al vino. Per ora ci siamo impegnati in prodotti di origine tropicale, possiamo dire, e il vino, prodotto della nostra terra, ci sembra il migliore interprete di una decisa diversificazione all’interno del nostro gruppo. Per adesso - aggiunge Illy - conosciamo i canali distributivi del cioccolato e del caffè di alta qualità, spesso le stesse enoteche e gli stessi ristoranti, luoghi preferenziali anche per il consumo vino. Abbiamo però deciso di operare una commercializzazione del tutto separata, perché il vino deve servirsi di un approccio al mercato del tutto autonomo e specializzato”.
I primi segni della presenza del Gruppo illy a Montalcino arriveranno da subito, a partire da Benvenuto Brunello 2009 “usciamo proprio in occasione di Benvenuto Brunello - continua Riccardo Illy - con nuove etichette, ma qualche piccola modifica produttiva l’abbiamo già introdotta, adottando in vendemmia un tavola per la cernita delle uve prima della diraspatura. Siamo impegnati in un piano di rinnovo dei vigneti e di acquisizione di nuovi terreni da vitare, che porterà ad un allargamento anche della cantina e ad un innalzamento della produzione che dovrebbe attestarsi intorno alle 100 mila bottiglie all’anno”.
Difficile non chiedere ad un imprenditore di successo come sarà il futuro, in una momento in cui la crisi sembra non dare molto spazio ad una visione più prospettica “la crisi sta colpendo soprattutto le fasce di reddito medio e basso, mentre non sembra intaccare il potere d’acquisto di quelle alte - spiega Riccardo Illy - per quest’ultime se mai c’è una contrazione nei consumi di beni durevoli dai prezzi molto alti, barche, appartamenti per le vacanze, ma il consumo per esempio nei grandi ristoranti non sembra essere penalizzato. Per le altre fasce di reddito - continua Illy - stiamo assistendo ad un fenomeno che potremmo definire di spostamento del consumo, mi spiego meglio: si preferisce mangiare a casa o, in alternativa, in locali molto economici, quindi stiamo assistendo ad una sorta di spostamento dei consumi e non di cessazione totale di essi. Questo potrebbe verificarsi anche per quanto riguarda il vino: dal consumo al ristorante ad un consumo nelle enoteche. Difficile capire - conclude - ed è questo il vero problema, se si tratta di una tendenza o di una vera e propria inversione di tendenza, che non potrà riproporre i modelli del passato”.
Tornando a quello che accadrà nell’azienda Mastrojanni, tutti all’insegna della ricerca della migliore espressione qualitativa sono i progetti di Francesco Illy, Presidente di Mastrojanni e vera e propria “anima” operativa del progetto Illy a Montalcino: “apporteremo un po’ di vento nuovo in un’azienda gestita già molto bene - spiega Francesco Illy - come nel caso dell’ampliamento della cantina che faremo servendoci della bio-architettura. L’idea di base è molto semplice: incrementare la qualità già esistente con interventi mirati e che no intacchino lo stile dei vini Mastrojanni, ma lo migliorino dove c’ da migliorarlo. Un esempio? L’introduzione del tavolo di cernita delle uve, per una selezione ulteriore della materia prima. Una pratica semplice, ma che prima non veniva effettuata. Un altro esempio, questa volta di cantina? Aumentare la presenza di legno nuovo, sempre grande, sostituendo le botti troppo vecchie. Insomma - prosegue Illy - vogliamo migliorare senza stravolgere. Anche le etichette saranno nuove ma all’insegna della storia e della classicità di Mastrojanni. In questo processo - conclude Illy - lo staff tecnico della passata gestione sarà riconfermatov alla grande, da Andrea Machetti alla consulenza di Maurizio Castelli”.

Il ritratto - Il c’è da sapere su Mastrojanni
Mastrojanni, nata nel 1975 sotto l’impulso di Gabriele Mastrojanni, che intuì in anticipo il potenziale sia del Brunello, sia quello delle colline di Castelnuovo dell’Abate, dove sono ubicate le vigne di questa storica realtà produttiva, siamo nel versante sud-est del comune di Montalcino a pochi passi dalla millenaria Abbazia di Sant’Antimo, conta su 90 ettari di estensione complessiva, 24 ettari di vigneto (più 5 in affitto, 14,5 dei quali iscritti all’albo del Brunello) coltivati prevalentemente a Sangiovese e piantati con una densità ad ettaro che va dai 3500 ai 4000 ceppi per gli impianti più vecchi, risalenti agli anni ‘70, fino agli oltre cinquemila ceppi per i vigneti da poco rinnovati. In cantina, le vinificazioni non sono esasperate e l’affinamento è affidato per la maggior parte alle botti grandi. La produzione si aggira mediamente sulle 80 mila bottiglie, distribuite tra Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino “Vigna Schiena d’Asino”, “San Pio” (da uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon) e il “Botrys”, vino dolce da un uvaggio di Moscato, Malvasia e Sauvignon. Il cru aziendale Brunello di Montalcino “Vigna Schiena d’Asino” è decisamente il vino “bandiera” di questa storica azienda e rappresenta uno dei classici della sua denominazione. Un vino di grande carattere, come peraltro il resto della produzione a marchio Mastrojanni, che, anche a distanza di molti anni, si esprime con rigore e discrezione. Per nulla incline ai compromessi, in una epoca di vini fatti per piacere subito, necessita di una doverosa attesa perché il tempo smussi le iniziali asperità, svelando caratteristiche organolettiche di fascino assoluto, comuni solo a pochi altri grandi vini di Montalcino e del mondo.
Oltre a Mastrojanni e illycaffè, il Gruppo illy controlla Domori (produttore di cioccolato di alta qualità), Dammann Frères (casa di the francese) ed ha una partecipazione nell’azienda Agrimontana (società leader nella produzione di prodotti di alta pasticceria, tra cui i marrons glacés e le confetture).

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