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CHE SIA L’UOVO DI COLOMBO? “TUSCANY’S MAREMMA WINE & FOOD” (NEW YORK, 5/9 NOVEMBRE): LA PRIMA AUTOPROMOZIONE DIRETTA DI CANTINE, FRANTOI E RISTORANTI DI UN TERRITORIO, SENZA I GRANDI “DEUS EX MACHINA” DELLA PROMOZIONE PUBBLICA E PRIVATA

Originale, intelligente e coraggioso esperimento di promozione “fai dai te”, in cui solo la forza delle aziende coinvolte agisce da propellente a questo progetto, senza l’intervento dei “professionisti” della promozione pubblica e privata. L’iniziativa arriva dalla Maremma toscana, dove dieci aziende vitivinicole fra le più importanti del territorio (Ampeleia, Col di Bacche, Collemassari, Fattoria di Magliano, Moris Farms, Poggio Argentiera, Salustri, Sassotondo, La Selva, La Mozza), il frantoio Franci di Montenero d’Orcia, e cinque ristoranti ai vertici della gastronomia italiana (Ristorante dell’Hotel “Il Pellicano” di Porto Ercole, chef Antonio Guida, “Bracali”di Massa Marittima, chef Francesco Bracali, “Da Caino”di Montemerano, chef Valeria Piccini, “La Fontanina” di Porto Santo Stefano, chef Umberto Amato, “La Pineta” di Marina di Bibbona, chef Luciano Zazzeri) hanno voluto, ideato e gestito il “Tuscany’s Maremma Wine & Food” (maggiori info su: www.maremmawineandfood.com e sul blog http://poggioargentiera.simplicissimus.it).
Ogni sera (dal 5 al 9 novembre), l’eccellenza della ristorazione maremmana opererà in cinque fra i migliori ristoranti della panorama newyorkese (“Osteria del Circo”, “Le Cirque”, “Ristorante Maremma”, “Del Posto”, “San Domenico”), dove verranno realizzati dai cuochi maremmani dei menù creati per l’occasione, in modo da rappresentare uno spaccato della tradizione culinaria della terra dei butteri, che andranno ad accompagnarsi ai vini del territorio. Stampa, operatori ed una clientela selezionata, potranno assaggiare i vini prodotti da dieci tra le migliore aziende vinicole maremmane, alla presenza dei produttori e il nome della Maremma sarà diffuso in maniera costante e sistematica in uno dei mercati chiave per l’offerta turistica ed enograstronomica.
Gli obiettivi sono ovvi: da una parte creare una idea della Maremma come territorio vinicolo toscano tra i più dinamici ed interessanti, dall’altra parte mostrare come l’offerta enogastronomia e turistica di questo territorio sia tra quelle più importanti, nel già ricco panorama italiano.
L’idea ruota intorno alla volontà di mettere insieme quelli che “producono” i beni e coloro che “elaborano e interpretano” questi e prodotti, dandogli maggiore dignità ed elevandoli a bandiere di quella cultura materiale di cui oggi tutti vanno giustamente alla riscoperta e alla valorizzazione. Quindi non è un caso se i produttori di vino abbiano sentito la necessità naturale di rivolgersi ai ristoratori quando hanno pensato a come portare la Maremma fuori dai suoi confini. E’ grazie alla cucina italiana che i nostri vini sono oggi diffusi ovunque, portando il messaggio di uno stile di vita dove il vino italiano non è semplicemente un “drink”, ma parte del pasto e della cultura di un popolo, la cui cucina è in assoluto tra le più diffuse, riprodotte, ed amate al mondo.
Sponsor “tecnico” di “Tuscany’s Maremma Wine and Food” è Alter-Eno, la più innovativa azienda di produzione di accessori per la divulgazione e la degustazione di vini. Dal 5 al 9 novembre, tutti coloro che si recheranno nei cinque ristoranti newyorkesi partecipanti alla promozione “Tuscany's Maremma Wine & Food” si vedranno regalare un “tasting pocket” e una “ruota degli aromi” personalizzata con quelli di “Maremma.
“E’ da quasi un anno che ci stiamo lavorando - spiega Gianpaolo Paglia, patron di Poggio Argentiera e tra i promotori di “Tuscany’s Maremma Wine & Food” - senza nessun appoggio pubblico, e oramai possiamo dire che una piccola svolta nella comunicazione e promozione del territorio è stata fatta. Ventidue, tra cantine, frantoi, ristoranti e hotel, fanno gruppo e si presentano sulla maggiore scena enogastronomica internazionale: New York. Non è mai successo prima che trenta persone di diciassette aziende del settore enogastronomico e ricettivo della Maremma si muovano a spese loro, e, grazie alla collaborazione di cinque noti ristoranti italiani di New York - conclude Paglia - diano vita ad una settimana “maremmana”, entrando in contatto diretto (nel senso che il mio vino lo servirò a tavola io ai clienti) con migliaia di persone (stimiamo oltre 3.000)”.

Franco Pallini

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