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VINO: “SENZA NUOVE TECNICHE EXPORT A RISCHIO”. A DIRLO PIERO MASTROBERARDINO (FEDERVINI) E ANDREA SARTORI (UNIONE ITALIANA VINI). ADERISCONO ALL’APPELLO - LANCIATO DAL GIORNALISTA ANDREA GABBRIELLI - SU INNOVAZIONE ANCHE CITTA’ DEL VINO

“Il vino, il mercato e l’enologia del terzo millennio”, l’appello lanciato dal giornalista Andrea Gabbrielli e sottoscritto oggi a Roma da imprenditori, enologi, agronomi, giornalisti (e che WineNews ha pubblicato in anteprima nei giorni scorsi), raccoglie l’adesione ed i consensi dei maggiori esponenti del mondo del vino.

“Il vino italiano ha ormai consolidato la sua posizione nel mondo, raggiungendo traguardi che sembravano impensabili - ha detto Mastroberardino presentando l’iniziativa - ma ciò è stato possibile grazie alla rivisitazione delle pratiche agronomiche e all’evoluzione della ricerca e dell’applicazione della scienza enologica nelle cantine”.

Il presidente di Federvini, però, spiega che c’è oggi una tendenza a limitare questa evoluzione “con il rischio di rendere meno competitivo il sistema enologico italiano nel mondo, proprio in un momento in cui il ministro De Castro e l’intero mondo agroalimentare indicano l’esigenza di puntare sul mercato internazionale”.

Sulla stessa linea anche Andrea Sartori, presidente Unione Italiana Vini (Uiv), convinto che il freno alla ricerca e all’evoluzione delle tecniche enologiche comporta “costi di produzione onerosi che possono rendere i vini italiani poco competitivi di fronte a Paesi produttori sempre più aggressivi, che invece continuano ad andare avanti nei progressi tecnici”.

Il confronto su come produrre vino in Italia, ricorda l’appello, non è più solo tra conservatori e innovatori: da una parte, “c’è chi in nome del rispetto della tradizione considera l’enologia come un sistema chiuso alle novità; dall’altra, c’è chi, pur rispettando origine e storia dei prodotti, vuole esaltare questi aspetti sfruttando tutte le possibilità offerte dalla moderna enologia e tecnologia ad essa collegata”.

Anche le Città del Vino del presidente Valentino Valentini aderiscono all’appello per l’innovazione e la ricerca in campo vitivinicolo, contro ogni forma di oscurantismo che voglia impedire l’acquisizione di nuove conoscenze che possano favorire il miglioramento della qualità del vino, della sostenibilità delle produzioni vitivinicole, dando alle imprese nuove opportunità di crescita e sviluppo. In ogni caso, secondo le Città del Vino, il problema “non sta tanto nella contrapposizione tra conservatori e innovatori, ma nella identificazione di quelle novità che siano realmente strumento di miglioramento della qualità. Le opportunità da cogliere richiamate nell’appello non devono essere legate esclusivamente al mercato, perché così facendo si corre il rischio di piegare alla pura logica del profitto ogni possibile scelta, anche quelle che rischiano di banalizzare il prodotto”.

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