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Dopo settimane di campagna elettorale, è tempo di votare. In viaggio, con WineNews, tra i programmi e le proposte in tema di agricoltura per l’Italia di Centro Destra, Movimento 5 Stelle, Centro Sinistra e Liberi e Uguali

Da stasera, calerà il silenzio sulla campagna elettorale che ha animato, senza particolari picchi di interesse, la scena politica e mediatica nelle ultime settimane. Difficilmente, però, le urne consegneranno al Paese una maggioranza chiara ed un Governo solido, visto il peso specifico delle tre forze principali in campo, Centro Sinistra (Partito Democratico, Insieme, +Europa), Centro Destra (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) e Movimento Cinque Stelle, destinate a spartirsi la stragrande maggioranza dei voti, senza dimenticare Liberi e Uguali, il partito alla sinistra del Pd fondato, tra gli altri, da un vignaiolo di lungo corso, Massimo d’Alema. A monopolizzare la scena, a ben guardare, sono stati due soli argomenti, immigrazione e sicurezza, che hanno in un certo senso distolto l’attenzione da un’analisi più approfondita delle proposte dei diversi schieramenti che riguardano, chi più chi meno, anche il mondo dell’agricoltura.
Nell’analisi dei programmi fatta da WineNews, emergono idee chiare, obiettivi spesso condivisi da tutti i partiti, ma a volte una scarsa attenzione ad uno dei settori produttivi più importanti ed in salute del Belpaese. Iniziamo dalla coalizione di Centro Destra, con Forza Italia che ha condensato in 10 punti le proprie proposte, senza alcun riferimento all’agricoltura, se non una breve citazione
, a pagina 110, tra i “settori importanti e fondamentali”. Più puntuale, all’interno della coalizione di Centro Destra, il programma della Lega Nord, che dedica all’agricoltura un intero capitolo. Pac: dalla difesa della dotazione alla gestione “nazionale” di alcuni suoi elementi, dalla semplificazione burocratica all’ampliamento delle deroghe alle regole di mercato. Quindi, ci sono la difesa delle indicazioni geografiche negli accordi di libero scambio e la lotta all’italian sounding, che passa per la tracciabilità. E ancora, la trasformazione del ministero da prettamente “agricolo” ad “agroalimentare”, ma anche tanto spazio al ruolo dell’agricoltore come sentinella del territorio e della tenuta idrogeologica. A completare il quadro, le proposte di Fratelli d’Italia, dove compaiono una generica difesa dell’agricoltura made in Italy e l’incentivo al consumo di prodotti agricoli a chilometro zero, al punto n. 7, e l’impegno alla tutela dell’ambiente, cui è dedicato interamente il punto n. 13 del programma. La parola “vino”, in tutti e tre i casi, non compare neanche una volta.
E veniamo al Movimento 5 Stelle, che correrà da solo, e che si sta affrancando dal ruolo di forza di rottura a tal punto da aver già presentato la sua squadra di Governo in caso di vittoria. Al Ministero delle Politiche Agricole potrebbe sedere Alessandra Pesce, ossia un interno, un tecnico: si tratta infatti di un dirigente e capo della segreteria tecnica del vice ministro all’Agricoltura Andrea Olivero. Tornando al programma, quello del Movimento 5 Stelle è obiettivamente il più completo, con un intero documento dedicato al mondo e alle istanze dell’agricoltura, toccando un po’ tutti gli aspetti. Si va dagli obiettivi generali, ossia un prezzo equo per le materie prime, potenziare l’offerta nazionale per il fabbisogno alimentare, difendere sovranità alimentare e made in Italy, semplificazione burocratica e misure fiscali per il territorio e incentivare un modello di agricoltura sostenibile, alle proposte. Che riguardano aggregazione tra i soggetti interessati del settore agricolo, promozione di filiere trasparenti, limitazione dell’importazione selvaggia, promozione della filiera corta. Altro aspetto delicato è quello dei trattati di libero scambio, con l’impegno a far sì che la futura stipula di trattati di libero scambio sia associata alla loro qualificazione come trattati misti, che devono così essere ratificati dagli Stati Membri ed esaminati dai Parlamenti nazionali secondo le rispettive procedure di ratifica. Rinnovato l’impegno anche a difesa del territorio Ogm free. E ancora, piani strategici nazionali per i settori più rilevanti, compreso quello vitivinicolo, etichettatura trasparente e tutela del made in Italy, stretta sui pesticidi, revisione (molto dettagliata) della Politica Agricola Comune, riforma di Agea, abolizione dell’Imu agricola, regolamentazione e potenziamento del reclutamento dei lavoratori ed altri interventi per settori in difficoltà. Neanche qui c’è la parola “vino”, ma “vitivinicolo” sì.
Passiamo quindi alla coalizione di Centro Sinistra, su cui è incardinato il Governo uscente, a forte guida Pd (che tra i suoi candidati ha un produttore importante, di vino ma anche, o soprattutto, di caffè,  Riccardo Illy). Che inserisce le misure destinate all’agricoltura all’interno del capitolo “Svolta ambientale”, e mette in fila diverse proposte nella colonna delle cose da fare: agevolare nella legalità l’ingresso delle giovani nel lavoro agricolo, in particolar modo nel Mezzogiorno, rilanciare battaglia su etichettatura prodotto per affermare idea del consumo consapevole e dalla tracciabilità e chiarezza della filiera. Il sottocapitolo “Le tre A: agricoltura, alimentazione, ambiente” entra più nello specifico, parlando di tutela del reddito degli agricoltori, dei pescatori, dei produttori a partire dalla formazione dei prezzi e sull’equa distribuzione del valore nelle filiere; ricambio generazionale e giovani, attraverso il potenziamento di strumenti concreti come i mutui a tasso zero e una corsia preferenziale per riportare all’agricoltura terre pubbliche; rigenerazione urbana e difesa del suolo con la legge contro la cementificazione e con l’azzeramento dell’uso dei pesticidi entro il 2025. La difesa del made in Italy, nelle intenzioni del Partito Democratico, passa per tutela, promozione e formazione, e non per dazi e barriere. Spazio anche al turismo enogastronomico, definito “uno dei motori più forti anche per la creazione di nuova occupazione”, e all’introduzione dell’educazione alimentare nei programmi scolastici a partire dalle scuole primarie. E no, neanche qui, troviamo la parola “vino”.
L’ultimo capitolo della nostra analisi riguarda invece Liberi e Uguali, tra le cui fila correranno Massimo d’Alema, vignaiolo in Umbria con Cantina la Madeleine, e Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero. Nella sezione dedicata all’agricoltura del programma spicca l’obiettivo di un settore pulito, biologico, che valorizzi la qualità delle produzioni dell’entroterra in continuo spopolamento. Stop ai pesticidi e attenzione alla salute dell’acqua, della terra e dell’aria, una legge sui biodistretti, la creazione di una di sementi libere e di qualità, disponibili per gli agricoltori del nostro Paese, il tema della distribuzione del valore lungo la filiera, lo sfruttamento del lavoro, la sostenibilità del cibo, la nuova Pac e l’occupazione completano lo spettro delle proposte e dei temi affrontati dal programma di Liberi e Uguali. E no, neanche qui c’è la parola “vino” ...

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