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È un 2017 positivo per il mercato mondiale delle macchine agricole, nonostante l’andamento sia stato condizionato dalle nuove normative che aumentano i costi di adeguamento. FederUnacoma a Bruxelles chiede all’Europa una soluzione

Il mercato mondiale delle macchine agricole registra nel 2017 un andamento nettamente positivo (che supera anche un +30%), sia pure con percentuali di incremento assai diverse da Paese a Paese importatore. Anche l’Europa chiude in attivo (+2-3%), ma il dato continentale risulta condizionato dell’entrata in vigore delle nuove norme di omologazione che hanno accelerato oltre misura le immatricolazioni del macchinario già stoccato. Resta problematica la questione di adeguamento continuo alle normative europee, che aumentano il costo dei macchinari agricoli traducendosi in un calo effettivo di mercato. E’ il quadro delineato dalla Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura - FederUnacoma, oggi in conferenza al Parlamento Europeo di Bruxelles, in presenza del Vice Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Paolo De Castro. Incontro servito anche per presentare lo stato dell’arte dell’edizione n. 43 dell’Eima International, la rassegna internazionale delle macchine agricole, che si terrà dal 7 all’11 novembre a Bologna (www.federunacoma.it). Al +19% e +33% registrate rispettivamente da India e Cina, nei primi nove mesi 2017, per le vendite di macchine trattrici (vendite che dovrebbero superare l’export di 600.000 e 500.000 unità per la fine dell’anno), si affiancano le ottime performance del mercato russo (+20% a settembre) e del Brasile (+11%), mentre il mercato Usa si attesta a fine anno su un incremento del 4,5% in ragione di oltre 220.000 trattrici immatricolate. L’Europa, che ha visto nel 2016 un numero totale di 165.000 trattrici immatricolate, stimava nel mese di novembre un incremento complessivo compreso fra il +2 e +3% (percentuale destinata a incrementarsi nel bilancio di fine anno per l’impennata delle immatricolazioni di dicembre).
In vista dell’entrata in vigore della Mother Regulation - la nuova normativa europea che a partire dal gennaio 2018 introduce nuovi criteri per le omologazioni - le industrie di settore hanno infatti adottato iniziative di marketing più spinte per collocare sul mercato gli stock di macchinario già prodotto e quindi non conforme alle nuove regole.
L’accelerazione imposta dall’imminente applicazione della Mother Regulation appare più evidente in quei Paesi che hanno i maggiori volumi di mercato: in attesa dei dati finali per l’intera rosa dei Paesi Europei, le immatricolazioni appaiono in netta crescita in Germania, che nel consuntivo d’anno segna un incremento del +19,3% (a fronte di 33.700 unità), in Spagna, che segna un aumento del +8% (12.000) e soprattutto in Italia, che consegue un incremento straordinario pari al +23,8% in ragione di 22.700 trattrici immatricolate.
“L’incremento delle immatricolazioni è dunque frutto della forzatura imposta dalla nuova normativa - ha spiegato il presidente FederUnacoma Alessandro Malavolti - e non deve essere interpretato come il segnale di una clamorosa e inaspettata ripresa del mercato. Tuttavia all’interno di questo dato esorbitante riteniamo vi sia una quota attribuibile ad una ripresa spontanea del mercato, favorita dall’entrata a regime dei fondi europei Psr, che finanziano fra l’altro l’acquisto di mezzi meccanici, e dagli incentivi Inail per l’acquisto di macchine con elevati standard di sicurezza. Ora però si deve puntare ad un sistema di incentivi semplificato e modulato sulle caratteristiche di ogni singolo Paese - ha concluso Malavolti - e si deve assicurare continuità nell’erogazione degli incentivi, perché il mercato ha bisogno di stabilizzarsi su tassi di ricambio del parco macchine costanti e garantiti sul lungo periodo”.
Nonostante i numeri positivi registrati, il mercato delle macchine agricole è in generale calo, dovuto proprio a questo costante cambiamento nella regolamentazione e nelle direttive, anche a livello europeo. L’aggiornamento continuo alle normative, come la Mother Regulation o quelle per le emissioni e la rumorosità dei motori, costringe, infatti, le case costruttrici ad una rincorsa continua e comporta un consistente aumento dei costi di produzione e quindi dei prezzi finali: si stima, infatti, che la stessa Mother Regulation e la normativa sulle emissioni inquinanti produrranno, nel periodo 2015-2021, un aumento complessivo dei costi pari al 40%.
Le conseguenze di questa situazione sono particolarmente visibili in Italia, dove l’agricoltura si caratterizza per l’alto numero di imprese agricole di piccole dimensioni (1,4 milioni con una superficie media compresa fra gli 8 e i 9 ettari) che hanno una ridotta capacità d’investimento, e dove l’industria meccanica di settore è specializzata su tipologie di macchine, come ad esempio i trattori “stretti” per vigneto e frutteto, sulle quali l’applicazione delle nuove norme sulle emissioni dei motori risulta molto difficoltosa tecnicamente oltre che onerosa sul piano economico.

Risultato? Un aumento del mercato dell’usato che certo non contribuisce a rendere più competitivo il settore agricolo. L’eurodeputato
Paolo De Castro ha confermato il ruolo fondamentale dei Psr per il potenziamento dell’agricoltura continentale grazie alla meccanizzazione agricola, comprendendo, però, la necessità di renderli più flessibili rispetto alle caratteristiche dei singoli Paesi. Riguardo alle normative europee sulle macchine agricole, il vice-presidente ha confermato invece l’utilità di avere mezzi sempre più ecocompatibili e sicuri, ma ha anche sottolineato la necessità di produrre normative specifiche per il settore e di predisporre una tempistica di adattamento sostenibile per le imprese.

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