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1 milione di turisti per un fatturato di 1,3 miliardi di euro: ecco i numeri da record che il settore agrituristico ha toccato per le feste di Natale e Capodanno, il 10% in più sul 2016. Dati in crescita, secondo l’Osservatorio AgrieTour

Oltre un milione di turisti ha scelto di passare Natale e Capodanno in agriturismo portando queste festività 2017 a toccare il record storico di fatturato del settore: 1,3 miliardi di euro. A scegliere di bruciare il ceppo natalizio in campagna è stato il 10% in più degli italiani sull’anno passato: un dato che continua a crescere e che vede in netta ripresa le regioni italiane fino ad ora meno sviluppate nel settore, secondo l’Osservatorio AgrieTour, il salone nazionale dell’agriturismo e dell’offerta territoriale, di scena ogni anno ad Arezzo. Ma più che il Natale sarà il periodo di fine anno a segnare il pienone. La riscoperta dei menu tradizionali, ma anche il “last minute”, sono alla base del successo di prenotazioni stimate per queste festività natalizie.

Massiccia anche la presenza degli stranieri che hanno scelto di passare le festività in Italia e in agriturismo. Sempre secondo una stima dell’Osservatorio AgrieTour, si parla di circa un 25% con prevalenza di giovani (55%) con età compresa tra i 18 e i 35 anni, grazie a un notevole miglioramento del settore, che è in grado di offrire servizi diversificati tra loro. Secondo le rilevazioni effettuate dall’Osservatorio AgrieTour, l’agriturista, soprattutto dall’estero, vuole sempre di più pacchetti legati al territorio e alla tradizione enogastronomica: stagionalità dunque è la parola d’ordine e la tendenza di queste festività conferma il dato; all’agriturista piace poi andare alla scoperta di luoghi particolari da visitare, chiesette di campagna e piccoli borghi, scovare la trattoria tipica e originale, come cantine dove assaggiare i vini del territorio.

Ma i numeri del successo dell’agriturismo non finiscono qui: oltre 115 milioni di notti passate negli agriturismi negli ultimi 16 anni, oltre 310.000 ettari di paesaggio curato e fruibile grazie alla presenza delle attività agrituristiche, e oltre 25.000 fabbricati restaurati con un significativo recupero del patrimonio edilizio rurale. E poi ancora oltre 260.000 aziende con vendita diretta, oltre 3.000 aziende con attività didattiche e circa 1.200 aziende stimate con attività sociali. Sono i numeri della multifunzionalità italiana, che da soli basterebbero per testimoniare il valore della diversificazione delle attività in agricoltura. L’incidenza delle attività multifunzionali sul valore complessivo della produzione agricola nazionale passa dal 13,8% del 2000 al 22,3% del 2016.

Tra i numeri della multifunzionalità emerge come nel decennio 2006-2016 le aziende con offerta di degustazione sono aumentate di 1.990 unità (+75%). Nel 2016 le aziende con offerta di attività ricreative, sportive, culturali sono 12.446 (55% dell’intera offerta); 30 aziende in più (+0,2%) rispetto al 2015. Crescono anche quelle con offerta di degustazione 4.654 (21% dell’intera offerta, era il 19,3% nel 2015); 369 aziende in più (+8,6%) rispetto al 2015 e quelle con agricampeggio 1.342 (+3,8% rispetto al 2015). Dal 2006 al 2016, tra le “altre attività” offerte dagli agriturismi, risultano in forte aumento: le osservazioni naturalistiche (+155%) e i corsi (+87%).

Rispetto al 2015 aumentano le proposte di attività all’aria aperta e nella natura: osservazioni naturalistiche (+18,6%), equitazione (+6,9%), escursionismo (+6,2%). Dal 2010 (anno della prima rilevazione) al 2016 le fattorie didattiche sono quasi raddoppiate (+99%). Le attività didattiche nel 2016 vengono proposte da 1.497 agriturismi, aumentati di 95 unità (+6,8%) sul 2005.
L’importanza dell’agriturismo si misura anche dal fatto che il 52% dei Comuni italiani (pari a 4.185) ha aziende agrituristiche, per un’attività che coinvolge il 22% della popolazione italiana (pari a 13.328.750 abitanti) e il 60% della superficie italiana (pari a 180.538 chilometri quadrati).

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