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In Francia parte ufficialmente “Nutri-Score”, il sistema di etichetta nutrizionale che segnala ai consumatori il contenuto di nutrienti degli alimenti. “Bollini” discriminatori, secondo Assolatte, verso le eccellenze casearie Dop, Igp e Stg italiane

Da oggi la Francia adotta ufficialmente il sistema di etichettatura nutrizionale Nutri-Score. Stamattina Stéphane Travert, Ministro dell’Agricoltura e Alimentazione, e Benjamin Griveaux, Ministro dell’Economia e delle Finanze, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle imprese del settore alimentare, hanno firmato il decreto che dà il via libera “a questa discussa metodologia di classificazione degli alimenti, che penalizza fortemente gran parte delle più apprezzate, famose e vendute eccellenze del comparto alimentare italiano, come molti dei gioielli dell’arte casearia italiana”, come anticipa Assolatte.
Nutri-score si basa sull’uso di cinque differenti colori, dal verde intenso all’arancio intenso, assegnati agli alimenti in funzione sia del loro contenuto di nutrienti considerati positivi per la salute (fibre, proteine, frutta, verdura) sia del loro apporto di nutrienti da limitare per combattere malnutrizione e obesità (energia, zucchero, sale, acidi grassi saturi). Un sistema che, come quello delle etichette “a semaforo” già discusse in Uk, non piace a molti.
“Nutri-Score si basa su un approccio semplicistico e non aiuta a comprendere il contributo, in termini di nutrienti, che ogni alimento apporta alla dieta - commenta Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte - in palese contrasto con il principio secondo cui ogni cibo ha un suo posto nella dieta. Questo sistema induce i consumatori ad acquistare prevalentemente alimenti con il “colore verde” senza valutare l’equilibrio della propria dieta. Nutri-Score rischia di bollare come negativi degli alimenti di elevata qualità e di grande valore nutrizionale, facendo dimenticare che non è il singolo alimento a determinare sovrappeso o rischi per la salute ma sono piuttosto la qualità complessiva della dieta e lo stile di vita adottato dal consumatore. Quindi, si corre il rischio concreto che questo sistema venga percepito dal consumatore come mera segnalazione di prodotti a rischio salutistico e risulti così discriminatorio verso i formaggi della grande tradizione italiana, Dop, Igp e Stg compresi”.

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