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Per un tartufo tanto pregiato, ci voleva un affettatartufi di gran classe: si chiama Alba designed by Ben van Berkel/UNStudio per Alessi, ispirato alle radici degli alberi e alle nodosità del bianco piemontese, unico al mondo ad avere un oggetto così

Non Solo Vino

Per un tartufo tanto pregiato, ci voleva un affettatartufi di gran classe: si chiama “Alba” designed by Ben van Berkel/UNStudio per la fabbrica del design made in Italy Alessi, ed è ispirato all’intreccio delle radici degli alberi dove nasce e con le quali cresce in simbiosi il tartufo bianco piemontese ed alle nodosità del Tuber Magnatum Pico, unico al mondo a poter vantare un oggetto come questo, una “microscultura” da tavola capace di unire design, bellezza e taglio perfetto, celebrando l’atto del servirlo. È il frutto di “De Truffle. Il Design Alessi incontra il Tartufo Bianco d’Alba”, di scena ieri ad Alba (e in mostra, con i prototipi ed i concept sviluppati, a Palazzo Banca, fino al 26 novembre), progetto biennale nato dalla collaborazione tra Centro Nazionale Studi Tartufo, Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Alessi, che ha coinvolto designer e architetti internazionali per la realizzazione di un “Kit per il Tartufo Bianco d’Alba”, simbolo della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba n. 87 (7 ottobre-26 novembre).

Emblema di desinari goduriosi d’altri tempi, “a mio parere vagamente gozzaniano e inequivocabil-
mente piemontese, l’oggetto tagliatartufi (o più correttamente affettatartufi) - ha ricordato Alberto Alessi - fa parte del mondo Alessi da quasi un secolo. Il nonno Giovanni era un abile tornitore di oggetti casalinghi in metallo e su questo suo mestiere ha fondato nel 1921 la Alessi S.p.A. a Omegna sul lago d’Orta. Buon gastronomo, il mio ricordo di ragazzo lo vede impegnato in età ormai avanzata in pranzetti e merende presso alcuni locali caratteristici di sua fiducia sparsi delle valli ossolane. Seguendo questo penchant, con spirito fortemente analitico ha creato a partire dalle origini della sua azienda una collezione di piccoli oggetti legati alla gastronomia, tra i quali, nel 1929, facevano parte anche due Affettatartufi, qualificati in catalogo come “pesanti con regolatore, con lama inossidabile”. Erano in ottone nichelato, uno più basso e grasso e l’altro magro e slanciato”.

Per “Alba”, ha spiegato il designer olandese Ben van Berkel, “abbiamo lavorato a lungo per trovare la migliore posizione ergonomica e il giusto equilibrio del peso nel momento in cui l’affettatartufi è tenuto in mano. Per consentire la migliore ergonomia durante l’operazione di taglio e ridurre la pressione sul polso abbiamo creato un angolo di 18 gradi tra l’impugnatura e la lama. L’applicazione di questi parametri ha permesso di combinare una forma scultorea con un uso pratico”. Un meccanismo di regolazione permette di ottenere diversi spessori delle scaglie di tartufo, da 0 a 3 millimetri.

“Un oggetto - ha sottolineato Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera - che ha saputo tradurre in “bellezza” la “bontà” del tartufo bianco d’Alba senza tralasciare le esigenze funzionali legate al taglio. Un’opera di prestigio, una forma di “bellezza utile”, capace di valorizzare il fascino della nostra pepita più rara, diventando esso stesso un ambasciatore del nostro territorio nel mondo”.

Il progetto “De Truffle” e l’universo di storie e saperi che circondano il mondo del tartufo è raccontato anche diffusamente nel volume “De Truffle. Il Design Alessi incontra il Tartufo Bianco d’Alba” edito da Silvana Editoriale, con saggi di Antonio Degiacomi, Luisa Bocchietto, Alessandra Morra, Alberto Alessi e Alessandra Coppa. Il 1 ottobre Alba ospiterà la selezione italiana del Bocuse d’Or, la più importante competizione delle arti gastronomiche a livello mondiale, per eleggere lo chef che guiderà il team italiano alla finale europea a Torino nel 2018: nell’occasione, Alessi omaggerà gli chef con “Alba”, consolidando il legame tra cucina, creatività e ricerca.

Info: www.fieradeltartufo.org

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