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Con 291 specialità Dop/Igp, 415 vini Doc/Docg e quasi 60.000 aziende agricole biologiche, l’Italia è, secondo i dati Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2016, il primo Paese Ue per livello di valore aggiunto, e anche il più green d’Europa

L’eccellenza e la qualità dei prodotti made in Italy sono conosciuti in tutto il mondo, e adesso anche riconosciuti: dai nuovi dati Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2016, risulta che l’Italia è il primo Paese Ue per livello di valore aggiunto in agricoltura grazie a ortofrutta, vino e olio, eccellenze della tradizione italiana, con 30 miliardi di euro correnti. Nel commentare i dati, la Coldiretti afferma che è stato raggiunto questo traguardo grazie ai primati qualitativi ed ambientali. L’agricoltura italiana è infatti diventata la più green d’Europa, e ha il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, detiene la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma ha anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e ha da tempo preso la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati. L’Italia, precisa la Coldiretti, è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti, 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche quello più green con quasi 60.000 aziende agricole biologiche.

L’attenzione per l’ambiente è la conseguenza dell’aria di innovazione e rinascita del settore agricolo. I dati Istat relativi al 2016 hanno registrato infatti un aumento degli occupati, con un incremento record del 4,9% annuale, quasi il triplo di quello registrato nei servizi (+1,8%), mentre per l’industria il dato è addirittura negativo (-0,5%). A favorire la crescita dell’occupazione è stato fondamentale anche il fenomeno del ritorno alla terra di molti giovani. Secondo un’analisi Coldiretti quasi un’impresa condotta da giovani su dieci in Italia opera in agricoltura (8,4%) dove sono presenti ben 51.123 aziende guidate da under 35, in crescita del 2016 del 6% rispetto all’anno precedente. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna con il 70% delle imprese under 35 che opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. “Il risultato è che - commenta la Coldiretti - le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Nel 2016 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha segnato un calo del 5,4% a prezzi correnti, dovuto soprattutto al taglio delle quotazioni alla produzione (-3,4%) per effetto delle speculazioni e delle distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola. A incidere - conclude la Coldiretti - è stato anche il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta per tutti i prodotti, anche se per il 2017 sono attese importanti novità per il latte, i formaggi, il riso e la pasta made in Italy”.

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