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LA STAMPA

Sulle tavole e nei vigneti è esplosa la bianco - mania … Fruttati e più leggeri dei rossi, conquistano gli italiani tutto l’anno Addio alla tradizione che li voleva estivi o adatti solo alle feste... Sorpresa, il vino bianco scala le classifiche e diventa sempre più di tendenza sulle nostre tavole e tra i gusti degli italiani. Lo sostiene un’analisi Winenews - Vinitaly sulla base degli ultimi dati Istat. Non soltanto prosecco e bollicine, ma anche vini sempre meno alcolici, più fruibili, fruttati e leggeri.
boom nei consumi La crescita dei vini bianchi italiani sarà uno dei temi al centro di Vinitaly. Quel che balza all’occhio è la presenza sempre più importante di questi prodotti sugli scaffali e sulle tavole dei consumatori, non soltanto italiani, ma anche internazionali. Un trend che nasce dalla ricerca di etichette dal contenuto alcolico meno “importante”, più immediatamente fruibili, adatte anche a non influire molto sugli abbinamenti, specialmente quando nel piatto leggerezza e contaminazione con le cucine più esotiche stanno conquistando un appeal sempre maggiore. È questa una tendenza registrata da WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere.
Il primo segnale di questa controtendenza, almeno a guardare gli ultimi 20 anni della storia del vino italiano, arriva dalle stesse enoteche. Al di là del fenomeno “bollicine”, ormai evidente e che ha condotto questa tipologia ad essere consumata tutto l’anno e non soltanto nelle feste, sono proprio i bianchi i protagonisti di queste ultime stagioni.Dal Pinot Grigio del Trentino ai bianchi altoatesini, Traminer in testa, a quelli friulani e siciliani, maggiormente fruttati e profumati, ma anche dal marchigiano Verdicchio all’abruzzese Pecorino e ai campani Greco di Tufo e Falanghina. Insomma, l’offerta bianchista che arriva dall’Italia è ampia e decisamente apprezzata. Tant’è che anche i bianchi hanno lasciato il loro consumo classico, quello stagionale, prettamente estivo, per essere consumati anche d’inverno, purché profumati e saporiti. Del resto i dati parlano chiaro. I vini bianchi tricolore sono cresciuti del 22% arrivando ad una produzione di 25,6 milioni di ettolitri, il 18% sopra la media storica di 21,7 milioni, stando ai dati Istat. E guardando all’export i numeri parlano altrettanto chiaramente. Nel primo semestre 2016 (dati Istat), i vini bianchi Dop crescono a svantaggio dei vini Igp, che restano comunque preponderanti, nel contesto delle esportazioni di vino fermo imbottigliato. I bianchi Dop sono a +17% a discapito dei vini bianchi Igp (-11%): i primi crescono toccando quota 287 milioni di euro in valore, il livello più elevato di sempre (230 milioni di euro nel primo semestre 2013, 231 milioni nel 2014, 246 milioni nel 2015), mentre i secondi calano a 306 milioni di euro dai 343 del 2015, ma dopo una serie di anni di progresso consistente (290 milioni di euro nel primo semestre 2013 e 323 milioni in quello del 2014). Un cambiamento che si intravede anche dall’andamento della distribuzione dei vitigni più piantati in Italia. Nell’ultimo decennio, la produzione di barbatelle di vitigni autoctoni (vedi i casi Glera e Grillo, per fare due esempi) e di alcuni internazionali (come Pinot Grigio e Chardonnay) ha cambiato la sua caratterizzazione. Il vigneto italiano, insomma, non preferisce più i vitigni a bacca rossa.

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