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Da promozione a sostenibilità l’unione fa la forza: Argiolas, Rivera e Antinori, già insieme nei Grandi Marchi del vino, aderiscono al programma Viva (sostenibilità della vitivinicoltura) by Ministero Ambiente

Fare sistema, ragionare d’insieme, in vigna come sui mercati. È questo, ormai, l’atout per le griffe del vino italiano, sempre più solide nei bilanci ma consapevoli di quanto la massima “l’unione fa la forza” sia vera come non mai. Ed allora, brand del calibro di Argiolas, Rivera e Marchesi Antinori, già insieme nell’Istituto del Vino Grandi Marchi, con cui si promuovono all’estero (con Alois Lageder, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Pio Cesare, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi), hanno deciso di aderire a Viva, il programma del Ministero dell’Ambiente che promuove la sostenibilità della vitivinicoltura nato nel 2011 dalla volontà comune di un pugno di aziende del Belpaese, tra cui Castello Monte Vibiano Vecchio, Gancia, Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Planeta e Venica, ma anche Tasca d’Almerita e Mastroberardino, anche loro socie dell’Istituto del Vino Grandi Marchi. Che così, oltre al mercato, sposa la linea dei valori della sostenibilità per la promozione del vino, della cultura e del paesaggio italiano.

Il numero delle aziende aderenti al progetto Viva, su cui WineNews ha fatto il punto, a Vinitaly, insieme ad Ornella Venica, a capo della griffe del Collio (
https://goo.gl/vdhjvx), arriva a 60, con richieste in continua crescita. Con le ultime adesioni, Viva si avvale di un disciplinare che costituisce il riferimento tecnico per le aziende che vogliono misurare le proprie prestazioni sulla base di 4 indicatori (Aria, Acqua, Vigneto e Territorio) e intraprendere un percorso di miglioramento, secondo un approccio olistico che comprende gli aspetti non solo ambientali, ma anche sociali ed economici della sostenibilità.
L’ambizione per il futuro è che lo standard nazionale di sostenibilità, al quale il Ministero dell’Ambiente sta lavorando insieme al Ministero dell’Agricoltura, diventi l’unico punto di riferimento per i produttori e i consumatori, sia sul mercato nazionale, che nella competizione internazionale.

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