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Il rinnovo del marchio Bisol non è solo una questione di restyling iconico, ma una vera e propria riaffermazione della filosofia aziendale, come raccontano a WineNews, da Vinitaly, Matteo Lunelli e Gianluca Bisol

Italia
Gianluca Bisol e Matteo Lunelli

Un nuovo marchio, iconico e rappresentativo, che simboleggi la volontà di Bisol e del gruppo Lunelli di lanciare il Prosecco ancora più in alto di quanto già non sia. Da Vinitaly, a WineNews, sono Gianluca Bisol e Matteo Lunelli, a capo del Gruppo che riunisce la griffe del Prosecco e quella del Trentodoc Ferrari, a presentare il progetto di restyling, che solo di restyling non è, del marchio e della linea Bisol. Come sottolinea Lunelli, l’obiettivo è creare un riconoscimento, e una distinzione, tra Prosecco Doc e Prosecco Superiore.

Come detto, il restyling grafico è solo la punta dell’iceberg: il progetto parte dalla riaffermazione della filosofia della famiglia Bisol, che ha iniziato a coltivare vigne in Valdobbiadene nel 1542. Dal 2014 fa parte del gruppo Lunelli, “ma non la viviamo come una semplice acquisizione. È un’unione tra famiglie - riprende Bisol - che hanno lo stesso scopo: quello di puntare in alto mantenendo i piedi ben saldi per terra, quello di far conoscere il Prosecco in tutto il mondo, rendendo la sua storia e la sua tradizione famosa almeno quanto le sue bollicine”.

“L’unico modo per espandersi è ribadire la nostra identità sul territorio, la nostra qualità e le nostre radici”. Proprio sulle radici saranno incentrate le sette nuove etichette, cinque di Bisol e due di Jeio. “La serie Bisol - afferma Matteo Lunelli - è quella che sottolinea la grandezza e la qualità del territorio di Valdobbiadene. È il simbolo dell’originarietà che sta nelle origini”. “Le due Jeio - ha continuato Gianluca Bisol - sono invece quelle più giovani e conviviali, e rappresentano il lato informale e festaiolo del Prosecco, nonostante prendano il nome dal soprannome di mio nonno Desiderio”.

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