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La giustizia francese corre spedita: il Tribunale di Bordeaux condanna la compagnia Grands Vins de Gironde al pagamento di 400.000 euro per aver frodato il mercato con blend di vino da tavola spacciato per Bordeaux Aoc

La giustizia francese corre spedita, e da Bordeaux arrivano le prime condanne per frode alla compagnia Grands Vins de Gironde, coinvolta in un complesso sistema di falsificazione che ha portato sul mercato, tra il 2014 ed il 2015, più di 200.000 litri di vino da tavola spacciato per Bordeaux Aoc, come rivelato da una vasta inchiesta della polizia francese conclusa a novembre 2017 (di cui abbiamo scritto qui: https://goo.gl/hvTdey). Il Tribunale di Bordeaux ha giudicato colpevole di frode in commercio il négociant, che ha comprato vino da tavola e non da diverse aziende, di annate e provenienze diverse, creando etichette ad hoc per il mercato interno e per quello cinese che, alla fine, non avevano alcuna attinenza con il prodotto effettivamente in bottiglia, condannandolo al pagamento di 400.000 euro (con pena sospesa per la metà del pagamento).
“Si tratta di un reato sostanziale”, ha sentenziato la giudice Caroline Baret, indicando come vittime del raggiro sia le catene di supermercati coinvolte che l’immagine del vino francese nel mondo, che rischia di essere offuscata sui mercati esteri. Anche Eric Marin, direttore acquisti di Grands Vins de Gironde, che si occupa principalmente di vini sfusi, da cui produce un centinaio di etichette diverse per diversi négociant, è stato giudicato colpevole, e condannato a pagare una multa di 15.000 euro.

L’inchiesta era partita il 18 marzo 2014, quando gli ispettori dell’agenzia anti-frode francese hanno fatto visita, senza preavviso, a Grands Vins de Gironde, controllando il contenuto di 159 vasche, notando che dagli stock di uno dei négociant, Borie Manoux, stando ai registri di cantina, mancavano 200.000 litri, mentre la stessa Grands Vins de Gironde ne aveva misteriosamente “guadagnati” 220.000. I controlli successivi, e le ammissioni di uno degli addetti alla cantina, hanno svelato come il modus operandi fosse proprio quello svelato dalle indagini: grandi acquisti di vino sfuso, Aoc e da tavola, tanti passaggi, tanti tagli, e decine di etichette pronte per lo scaffale con dentro di tutto meno ciò che era riportato in etichetta. Ed a nulla è servita la linea difensiva, che ha puntato sulla mala gestione di enormi quantitativi di vino, ma senza alcuna volontà di frodare il consumatore ...

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