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Dietro al successo del vino australiano c’è la regia di Wine Australia, autorità governativa nata nel 2013 per sostenere l’export, e che oggi ha il “potere” di vigilare su frodi e falsi e ritirare la licenza agli esportatori disonesti

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Dietro al successo del vino australiano c’è la regia di Wine Australia, autorità governativa nata nel 2013 per sostenere l’export

Dietro alla crescita ed al successo del vino australiano di questi ultimi anni, c’è anche la capacità di muoversi in maniera compatta, sotto la regia di Wine Australia, autorità governativa regolamentata dal Wine Australia Act del 2013, nata con l’obiettivo di supportare la promozione delle produzioni australiane nel mondo, incrementandone la competitività e supportandone la domanda. Nel tempo, però, Wine Australia ha assunto anche ruoli diversi, altrettanto importanti. Come quello di controllo e repressione delle frodi, specie in un periodo storico come questo, con i contraffattori nel mirino di Wine Australia, che adesso ha un potere in più, quello di sospendere o addirittura ritirare le licenze agli esportatori disonesti (www.wineaustralia.com).

Non si tratta, come spiega Rachel Triggs, la general counsel di Wine Australia, di un potere che ha a che fare con questioni relative alla proprietà intellettuale, quanto “di un nuovo regolamento che ci permette di approvare o meno l’esportazione di un determinato prodotto”. Ma anche un modo, come aggiunge il Ceo Andreas Clark, “di aggiornare le credenziali degli esportatori”,
in un momento in cui, grazie principalmente al mercato cinese, le spedizioni di vino australiano hanno toccato vette mai viste prima. Garantire la qualità, e ovviamente l’origine e la veridicità di ciò che si esporta, è diventata così una necessità, anche sull’onda dello scandalo suscitato dalle 50.000 false bottiglie di Penfolds spedite in Cina in marzo 2018, ed i produttori, riuniti nella Winemakers’ Federation of Australia, sono i primi ad aver accolto positivamente la novità.

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