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Aprire una bottiglia di vino non è un semplice gesto, ma un vero rito. Per non commettere errori Apcor chiama in aiuto dei winelovers italiani Alessandro Scorsone, Sommelier e Maestro Cerimoniere di Palazzo Chigi: ecco i 5 consigli fondamentali

Italia
Alessandro Scorsone, Sommelier e Maestro Cerimoniere di Palazzo Chigi

Intorno al vino ci sono migliaia di tradizioni, dalla coltivazione dei vigneti fino alla vinificazione, l’imbottigliamento... Aprire la bottiglia è una delle ultime in ordine temporale, ma non per questo meno importante: stappare una bottiglia di vino è un momento conviviale, quasi un rito, se qualcosa andasse storto la magia del momento potrebbe rompersi. In soccorso dei sommelier improvvisati e agli amanti del buon caro vecchio tappo di sughero (che in Italia rappresenta ancora l’86% dei winelovers), arriva proprio Apcor, l’Associazione Portoghese dei Produttori di Sughero (www.apcor.pt), che ha interpellato per aiutare i winelovers italiani il Sommelier e Maestro Cerimoniere di Palazzo Chigi Alessandro Scorsone: l’esperto ha stilato una lista di 5 consigli fondamentali per stappare il vino nel modo giusto.
Innanzitutto, l’etichetta deve essere ben esposta agli ospiti, e chi la apre deve iniziare a incidere la capsula di alluminio in un punto preciso detto baga o cercine
(la sporgenza presente nella parte più alta del collo della bottiglia), incidendo la parte anteriore e posteriore senza mai spostare o scuotere la stessa bottiglia. Dopo l’incisione, la capsula deve essere eliminata: a questo punto con un tovagliolo (detto torciolo in gergo tecnico) il “sommelier” deve pulire la parte superiore del tappo da polvere o muffe presenti. Adesso, col cavatappi deve infilare la spirale al centro preciso del tappo, facendo circa 4/5 giri per poi iniziare a sollevare il tappo con una prima leva; dopodiché si arriva all’estrazione finale, che non dovrà produrre rumore, avendo cura di non toccare mai il tappo con le mani. Infine, estratto il tappo lo si annusa, si pulisce il collo interno della bottiglia dai residui e si fa il primo assaggio. Solo a questo punto, il sommelier dilettante può iniziare a servire il vino agli ospiti, senza dimenticarsi l’ordine delle precedenze (le donne vanno servite per prime).

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