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Nel 2017 l’import di vino italiano in Cina ha superato per la prima volta 161,3 milioni di dollari e la quota italiana è salita al 6,05%. È lo scenario che fa da sfondo a “I love ITAlian wines”, campagna dell’Ice che riparte a Chengdu con Vinitaly

Italia

Nel 2017, come è noto, le importazioni di vino italiano in Cina hanno superato per la prima volta i 161,3 milioni di dollari in valore, con una crescita del +22% sul 2016. Negli ultimi 24 mesi la quota italiana, che resta preceduta per ritardi storici da Francia (39,43%), Australia (26,04%), Cile (11,76%) e Spagna (6,94%), è passata dal 4,93% del 2015 al 6,05% del 2017. È questo lo scenario che fa da sfondo a “I love ITAlian wines”, la campagna ideata e lanciata dall’Ice-Italian Trade Agency, all’edizione n. 8, che riparte da oggii per promuovere il vino italiano in Cina, finanziata a valere sul Programma Promozionale del Ministero dello Sviluppo Economico, e realizzata in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia e la rete dei Consolati Generali. E lo fa ritornando a Chengdu questa volta a sostegno della partecipazione delle cantine italiane che, con Vinitaly, sono protagoniste dell’International Wine & Spirits Show (Iwss)-ShangriLa’, fino al 21 marzo nella capitale del Sichuan, l’evento destinato agli incontri b2b tra operatori del settore (importatori, buyers, canale ho.re.ca., distributori) che precede l’apertura dell’edizione n. 98 della Cfdf-China Chengdu Food and Drinks Fair, la più grande e antica fiera b2c del vino in Cina.

Con “I love ITAlian wines”, l’Ice ha organizzato 10 corsi in 5 città della Cina, compreso Chengdu, per formare nuovi promotori cinesi del vino italiano, diplomandone oltre 200 in occasione degli eventi dedicati (e rilanciati sui web cinesi raggiungendo oltre 50 milioni di contatti digital). E quest’anno, in collaborazione con Federvini, Uiv-Unione Italiana Vini e Vinitaly tocca alle città di seconda e terza fascia. “Per far crescere innanzitutto la consapevolezza del consumatore cinese sull’Italia come primo Paese produttore al mondo di vino e con la più ricca varietà vitivinicola e per sostenere, con azioni di promozione, formazione, comunicazione la nostra quota, che in questo mercato e’ ancora troppo esigua rispetto agli altri concorrenti, ma che sta dando segnali molto incoraggianti di risveglio, a conferma della efficacia anche delle azioni di promozione pubblica che abbiamo messo in campo”, afferma Amedeo Scarpa, direttore di Ice Pechino e coordinatore della rete Ice in Cina.

Per Filippo Nicosia, console generale di Chongqing, “la Fiera del vino di Chengdu è senza dubbio la più importante in Cina. Negli ultimi anni si è evoluta in maniera impressionante e ha visto crescere sempre di più la partecipazione italiana. Coordinamento, comunicazione e dialogo. Con questi tre elementi il vino italiano può cominciare a giocare un ruolo di primo piano in Cina. Servono operazioni di “nation-branding” sul vino come “I Love Italian Wines” di Ice o il Pre-salone di Vinitaly per promuovere l’Italia come Paese del vino in maniera moderna e accattivante in Cina dove il marketing è sempre più digitalizzato. Il Consolato Generale d’Italia in Chongqing, sotto il coordinamento dell’Ambasciata a Pechino, si sta impegnando nel sostenere e promuovere la presenza italiana in tutte le fiere di settore nella Cina del Sudovest”.

All’evento di domani, all’Hui Coffee parteciperanno, assieme ai circa 30 espositori collezionati da Vinitaly, un selezionato numero di giornalisti, k.o.l.-key opinion leaders, bloggers, operatori commerciali e Vip’s cinesi, per un evento che verra’ rilanciato anche in streaming da due noti influencers che vantano milioni di followers sulle piattaforme digital della Repubblica Popolare.

Info: www.ice.gov.it

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