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Sarà ancora la Cina il grande obiettivo dell’Italia del Vino Consorzio, realtà che mette insieme 18 cantine di primo piano del Belpaese, con oltre 1 miliardo di euro di fatturato ed l’8% dell’export, che ha confermato alla guida Andrea Sartori

Italia
Andrea Sartori confermato presidente di Italia del Vino Consorzio

Sarà ancora la Cina il grande obiettivo dell’Italia del Vino Consorzio, realtà che mette insieme 18 cantine di primo piano del Belpaese, (Banfi, Cantine Lunae, Cà Maiol, Cantina, Mesa, Casa Vinicola Sartori, Di Majo Norante, Drei Donà, Ferrari Fratelli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Librandi Antonio e Nicodemo, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Ronchi di Manzano & C., Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Terre de La Custodia, Terredora di Paolo, Torrevento e Zonin1821, www.consorzioitaliadelvino.it), che sviluppano un fatturato complessivo di oltre un miliardo di euro e rappresentano l’8% dell’export di vino italiano, che dalla ProWein di Dusseldorf hanno riconfermato Andrea Sartori alla presidenza fino al 2020.
Il Consorzio, le cui aziende mettono insieme 10.000 ettari vitati in 14 Regioni italiane, e che ha già la lavorato in più di venti mercati internazionali con un investimento complessivo di 70 milioni di euro, punterà ancora sul più grande Paese asiatico, dove è presente dal 2013, con con investimenti crescenti partecipando congiuntamente alle principali rassegne di settore, incontrando operatori commerciali, sommelier, influencer, blogger e giornalisti e avviando una politica di incoming di opinion leader cinesi nelle tenute del gruppo.
“La Cina - sottolinea Sartori - resterà anche nel 2018 il target principale delle nostre iniziative: anche se la crescita in termini percentuali per il vino italiano è stata molto positiva nel 2017, c’è ancora molto terreno da recuperare. Altri paesi produttori sono avvantaggiati da specifici accordi doganali, ma noi abbiamo la forza di un intero stile di vita che ci vede ammirati ed apprezzati dai partner cinesi. Ci siamo presentati come Consorzio collegandoci anche ad altre realtà del made in Italy come moda, design, auto sportive. L’Italia è una delle mete “sognate” dai giovani emergenti cinesi e dobbiamo essere capaci di tradurre questa passione anche in abitudini di consumo. Va detto inoltre che la Cina, come i mercati dell’Asia, rappresenta una scelta strategica per il vino italiano ancora troppo schiacciato - secondo le ultime rilevazioni Vinitaly-Nomisma - sui mercati di sbocco tradizionali: Europa e Stati Uniti. Dobbiamo ampliare la nostra presenza nei nuovi mercati, senza timori reverenziali, certi dell’assoluta qualità dei nostri vini e della loro competitività”.

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