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Nel mondo del vino italiano ci sono sempre più “donne che contano”. Come Albiera Antinori, alla guida di Antinori, tra le più storiche ed importanti realtà del belpaese, tra le “The world’s most influential women in wine” per “The Drinks Business”

Non solo le donne sono sempre più presenti e figure di riferimento nel mondo del vino, ma sono anche sempre più influenti. E tra queste, a tenere alta la bandiera dell’imprenditoria vinicola italiana al femminile, è Albiera Antinori, alla guida di una delle più celebri e storiche realtà del vino italiano, con oltre 2.700 ettari di proprietà, che il magazine Uk “The Drinks Business” ha inserito di recente tra le “The world’s most influential women in wine”, insieme ad altri grande donne del vino come Lalou Bize-Leroy, da 30 anni alla guida della griffe di Borgognona Domaine Leroy e per anni manager di Domaine de la Romanée-Conti, insieme a Aubert de Villaine, Judy Chan, leader della più celebre cantina privata di Cina, Grace Vineyard, per citarne alcune (https://goo.gl/3imVs3). Ma non solo: secondo il seguitissimo magazine “Food & Wine”, tra le sue “15 Women in Wine to Watch”, ci sono anche tre enologhe del Belpaese come Chiara Pepe, della celebre cantina abruzzese Emidio Pepe, Elena Fucci, guida della affermata realtà della Basilicata, e Chiara Vigo, della cantina siciliana Fattorie Romeo del Castello (https://goo.gl/fkAHed).
Solo alcuni nomi, tra i tanti possibili, in un Italia del vino in cui, secondo gli ultimi dati di Unioncamere, le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso.
Perchè tante, davvero tante, sono le “donne che contano” nel mondo del vino, ai vertici di cantine di successo e consorzi di grandi denominazioni.
Da Cristina Mariani, ceo della Banfi Usa e della cantina leader del Brunello di Montalcino, ad Angela Velenosi, alla guida della celebre cantina marchigiana, alle siciliane Josè Rallo, Francesca Planeta, Gaetana Jacono e Vinzia Novara di Gaetano, figura apicali di cantine come Donnafugata, Planeta, Valle dell’Acate e Firriato, da Anna e Valentina Abbona, che con Ernesto guidano la storica Marchesi di Barolo, alla affermata produttrice altoatesina Elena Walch, passando per Donatella Cinelli Colombini con Casato Prime Donne a Montalcino, Francesca Moretti del Gruppo Terra Moretti, Camilla Lunelli, del gruppo Ferrari, e le donne dell’Amarone della Valpolicella Marilisa Allegrini, Nadia Zenato e Sabrina Tedeschi, solo per fare alcuni nomi, senza dimenticare manager di grandi realtà del vino, come Roberta Corrà, dg del Gruppo Italiano Vini, o Ruenza Sant’Andrea, per anni n. 1 del Gruppo Cevico e oggi al coordinatrice del settore vino dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

Ancora, da menzionare Olga Bussinello, dg del Consorzio della Valpolicella, o Carlotta Gori, dg del Consorzio del Chianti Classico, a Letizia Cesani, presidente di quello della Vernaccia di San Gimignano, o Stevie Kim, guida di Vinitaly International.
Che dire poi delle firme della critica internazionali legati all’Italia: da Monica Larner, corrispondente dal Belpaese per “The Wine Advocate”, a Kerin O’Keefe, italian editor di “Wine Enthusiast”, o Veronika Crecelius, di “Weinwirtschaft”, tre le più importanti riviste di Germania. Solo alcuni dei tanti, possibili nomi, per raccontare di un mondo del vino italiano in cui le donne sono sempre più importanti.

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