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Etichettatura vino e alcolici & Ue: la Beuc, organizzazione europei dei consumatori, boccia la proposta presentata alla Commissione Ue dalla filiera: “gli stumenti off-label insufficienti, le informazioni devono essere in etichetta”

“Le informazioni sugli ingredienti e sul valore nutrizionale - come la quantità di zucchero - delle bevande alcoliche sfuggiranno comunque alle regole di etichettatura obbligatorie applicabili a tutte le bevande analcoliche. Questa è la conclusione deludente dei piani dell’industria dell’alcool pubblicati oggi”. È un giudizio duro e negativo quello della Beuc, l’Organizzazione europea dei consumatori (www.beuc.eu), sulla proposta di autoregolamentazione sull’indicazione delle informazioni nutrizionali nelle etichette delle bevande alcoliche, che ieri la filiera del vino, insieme a quella degli spirits, della birra e del cidro, ha presentato al Commissario Ue alla Salute Andriukaitis e che, come noto, converge su aspetti cardine come l’utilizzo di strumenti off-label per fornire le informazioni, e l’utilizzo dei 100 ml come unità di misura (https://goo.gl/DKqYuj).
Ora la Commissione Ue prenderà il suo tempo per valutarla e per decidere come i Paesi membri dovranno poi applicare quanto previsto, in ogni caso, dal regolamento 1169/2011.

Ma di certo la presa di posizione della Beuc, che mette insieme 43 associazioni di consumatori da 31 Paesi d’Europa, non lascia presagire un percorso semplice, almeno dal punto di vista delle richieste di flessibilità dell’industria del beverage.
Secondo la Beuc, infatti, “la proposta consente ai produttori di birra, vino e liquori di scegliere tra informazioni on-label e online, e questo è un punto di non ritorno dal punto di vista del consumatore. È inaccettabile che le informazioni nutrizionali e la lista degli ingredienti delle bevande alcoliche rimangano opzionali mentre sono obbligatorie per tutte le bevande analcoliche come succhi di frutta e bibite. Chiediamo nuovamente all’Ue regole vincolanti, e di porre fine ai privilegi di etichettatura del settore alcolico”.
“L’industria si sta concedendo troppa flessibilità - ha commentato il dg Beuc, Monique Goyens -
nel decidere quante informazioni possono vedere i consumatori. Dato che i consumatori prendono decisioni di acquisto in pochi secondi, non è realistico aspettarsi che qualcuno impieghi minuti per verificare online quante caloria abbia un vino o una vodka. Non dimentichiamo poi che nella maggior parte dei Paesi più di 3 utenti su 10 non possiedono uno smartphone, per non parlare del fatto che il segnale può essere molto debole in alcuni punti. Quindi le informazioni in-label sono il modo migliore per raggiungere ugualmente i consumatori. Anche se i consumatori possiedono uno smartphone, i produttori dovrebbero semplificare la vita e consentire loro di confrontare le bevande in un batter d’occhio. Le bevande alcoliche possono essere bombe caloriche - aggiunge la Goyens - poiché un bicchiere di vino può contenere tante calorie come un gelato. Per fare scelte più sane e sapere a colpo d’occhio cosa contiene una bevanda alcolica, i consumatori hanno bisogno delle informazioni sulla bottiglia”.

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