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Il sughero naturale dà prestigio, ma il tappo tecnico garantisce le prestazioni: la scelta della piccola ma prestigiosa maison trentina Pojer&Sandri, con Vinventions, pensando non tanto al problema del Tca, ma dell’ossidazione

Tappo, elemento fondamentale, quanto spesso poco considerato, per il successo del vino. Da quei pochi centimetri di sughero o di materiali sintetici dipende in maniera imprescindibile la vita del vino in bottiglia, soprattutto se destinato ad un lungo invecchiamento. Ma non sempre le cose vanno come si vorrebbe, e allora è necessario cambiare. “L’esperienza di questi 43 anni, assaggiando vecchie bottiglie storiche dell’azienda, ci ha fatto mettere in discussione l’utilizzo del tappo in sughero naturale. Il 50% delle bottiglie degustate dopo 10 anni dall’imbottigliamento risultava svanito o addirittura ossidato. La composizione purtroppo variabile del sughero compromette la qualità finale. Ecco l’esigenza di passare a chiusure alternative, per una parte della sua produzione, per evitare questo difetto”.

A dirlo è Mario Pojer, alla guida della piccola ma prestigiosa maison trentina Pojer&Sandri, che ha fatto una scelta di campo importante, scegliendo le chiusure tecniche di Vinventions, una delle più importanti realtà del settore dei tappi per il vino, che nel 2017 ha venduto 2,7 miliardi di chiusure nel mondo (in crescita sui 2,5 miliardi del 2016), confermandosi come secondo fornitore a livello mondiale, con una quota di mercato del 13%.

E il problema che ha spinto Pojer&Sandri a cambiare strada, abbandonando il sughero naturale, non è tanto il celeberrimo “sentore di tappo”, causato dal Tca, quanto il problema dell’ossidazione.
“Il problema del TCA nel nostro caso è stato risolto in quanto i tappi vengono testati prima di essere utilizzati già dal 1986. Abbiamo considerato la chiusura a vite ma nel nostro caso, essendo il mercato principale, quello italiano (75%) risulta difficile proporlo e farlo accettare. La chiusura tecnica, da sughero e da polimeri, risulta più performante”. E la decisione, anche in un mercato tradizionalista e molto legato al prestigio del sughero come quello del vino, non ha avuto conseguenze negative sul mercato, anzi. “Addirittura sono arrivati complimenti di clienti molto importanti - spiega Mario Pojer - che hanno considerato la nostra scelta all’avanguardia, il problema del gusto di tappo o della bottiglia difettosa, anche per un sommelier in un ristorante diventa imbarazzante”.
“Siamo molto lieti di vedere che il forte impegno sul piano dell’innovazione e della sostenibilità sta guidando la nostra crescita globale, praticamente in ogni Paese e in ogni categoria di prodotto” afferma Dr Heino Freudenberg, Presidente e Ceo di Vinventions - l’innovazione delle nostre chiusure aiuta i produttori e i distributori a proteggere e migliorare l’anima dei loro vini”.
L’obiettivo di Vinventions di essere il più innovativo e affidabile fornitore globale di soluzioni complete per la chiusura del vino è fortemente sostenuta dalle divisioni Innovations guidate da Malcolm Thompson, a capo dell’ufficio Innovazione e Presidente di Vinventions per le Americhe, che spiega: “Il team è composto da 47 professionisti altamente qualificati, di cui 20 con titoli post laurea e dottorati di ricerca. Inoltre, abbiamo 97 brevetti concessi e 47 brevetti in corso di registrazione. Negli ultimi dieci anni abbiamo lanciato 30 nuovi prodotti, pubblicato oltre 30 documenti tecnici e scientifici e vinto 13 premi per l’innovazione a livello globale- La nostra dedizione all’innovazione - prosegue - si traduce in chiusure altamente performanti, ben progettate, prive di difetti e sostenibili che aiutano i nostri clienti a commercializzare con successo i loro vini”.

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