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180 milioni di euro di giro d’affari, 9 milioni di bottiglie prodotte nel 2017, il 70% all’export, Usa in testa: i numeri del Brunello di Montalcino, territorio che riflette su e-commerce e clima, aspettando Sting e Padoan a “Benvenuto Brunello” 2018

È un giro d’affari “vinicolo” di 180 milioni di euro, nel 2017, quello del Brunello di Montalcino, che nell’anno ha visto imbottigliare 9 milioni di bottiglie di Brunello e 4,6 di Rosso, in linea con il dato 2016, con un export che ha assorbito il 70% della produzione totale, Usa in testa (30%), seguiti da Europa (con UK, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong) che realizzano il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%). Numeri che dicono di un territorio in salute, anche grazie ad una rivalutazione degli ettari a Brunello pazzesca, +4.505% negli ultimi 50 anni, secondo stime WineNews, con quotazioni che hanno raggiunto nelle ultime compravendite valori sui 700.000 euro ad ettaro, e dove l’economia del territorio, dove gioca un ruolo importante anche il turismo legato al vino (1,5 milioni di turisti nel 2017, +25% sul 2016, con 150.000 pernottamenti, +11%), è sostenuta anche dai tanti stranieri che vivono e lavorano nella patria del Brunello: 977 cittadini sono stranieri, il 16,5%sui 5.919 totali, il doppio della media italiana (8,4%) provenienti da 70 Paesi diversi (https://goo.gl/z2RTCE). È in questo scenario che si è aperto oggi Benvenuto Brunello 2018 (16-19 febbraio), a Montalcino, dove domani è atteso il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, e dove il cantante-produttore Sting celebrerà la vendemmia 2017 del Brunello di Montalcino, firmando la formella che fissa il rating dell’annata, che, nonostante un andamento climatico difficile, tra le gelate primaverili e la siccità estiva, dovrebbe spuntare una valutazione di “quattro stelle”, sul massimo di 5.
E mentre la stampa del mondo ha in assaggio l’annata 2013 e la Riserva 2012 del Brunello di Montalcino, il Consorzio del Brunello di Montalcino ha puntato i riflettori sul tema dell’e-commerce, con realtà leader in Italia, come Tannico e Vino75, e in Cina, come Alibaba, di scena oggi, e sul futuro della viticoltura del territorio alla luce dei cambiamenti climatici, sui cui si confronteranno, domani, il meteorologo Paolo Sottocorona, Robert Camuto, “firma italiana” della rivista Usa “Wine Spectator”, i giovani produttori di Montalcino.
“Insieme ai vini, protagonisti assoluti del nostro evento - ha commentato il Presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Patrizio Cencioni - quest’anno abbiamo voluto dedicare ampio spazio alla riflessione sul futuro del vino e del mercato insieme ai massimi esperti del settore dell’e-commerce mondiale, a giornalisti e meteorologi. Fermo restando che le degustazioni restano il cuore e l’anima di Benvenuto Brunello, abbiamo voluto dare una nuova impronta all’anteprima perché, se è vero che il mondo del vino sta cambiando, anche le manifestazioni ad esso collegate devono evolversi”.
Stando alla ricerca presentata da Tannico, market leader per il vino online in Italia, il Brunello è tra i rossi il secondo più comprato in rete, ma si colloca al primo posto se si considera il segmento dei vini ultra-premium e luxury (quelli cioè da oltre 25 euro a bottiglia). Proprio i consumatori italiani di questa fascia alta di prodotto sono aumentati del 30% dal 2016 a oggi. Interessante infine notare che i clienti che hanno acquistato Brunello online nel 2017 hanno speso il 70% del loro budget annuale, che si attesta sui 560 Euro, in vino rosso e bollicine, soprattutto Champagne, ha spiegato il fondatore di Tannico, Marco Magnocavallo.
“Brunello che, anche sul web, ha un ruolo di “apripista”, è il nostro vino di alta gamma in assoluto più venduto, ed è quello che, anche in Cina, dove abbiamo investito, può aiutare a far capire che il grande vino italiano se la può giocare, sulla qualità, con quello francese”, ha aggiunto Nicola Nardi Dei di Vino75.
Che in Cina ha investito in partnerhisp con Alibaba, il colosso cinese del web e dell’e-commerce, big player di un Paese in cui “il vino italiano ha ancora una quota piccolissima, ma crescerà moltissimo negli ultimi anni, anche grazie al Brunello, che è percepito, però, come una vera e propria marca, perchè pochissimi sono i consumatori cinesi che sono capaci di capire le differenze tra una cantina ed un’altra. Per questo, ancora, è necessario muoversi come un territorio unito. La competizione verrà dopo”, ha sottolineato Manfredi Minutelli di Alibaba.
“Gli incontri di oggi - ha commentato Patrizio Cencioni - ci rendono sempre più consapevoli che soltanto facendo leva sulla grande risorsa che è il nostro territorio, il suo sviluppo e la sua tutela, sia dal punto di vista del prodotto sia da quello della crescita di tutto ciò che sta intorno al vino, che si possono vincere le sfide che il nuovo ci mette davanti e che il Consorzio è pronto a cogliere”.

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