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Campagna elettorale nei territori del vino e in cantina: il leader del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio in visita privata a Rocca delle Macìe, nel Chianti Classico, poi incontro con imprenditori e associazioni a Radda in Chianti. Burocrazia al centro

La campagna elettorale si gioca anche nei territori del vino e nelle cantina. Come successo al leader del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio, che nella tappa di ieri del suo tour, nel territorio del Chianti Classico, si è concesso una visita privata in una delle cantine più blasonate, Rocca delle Macìe, prima di incontrare imprenditori e associazioni di categoria a Radda in Chianti. “È stata una visita breve e cordiale”, racconta a WineNews Sergio Zingarelli, patron di Rocca delle Macìe, “dove abbiamo parlato, tra le altre cose, della necessità di semplificare la burocrazia di un settore, come quello del vino, che è già tra i più controllati d’Italia, soprattutto pensando alle piccole e medie imprese che sono meno strutturate e sulle quali il carico burocratico enorme che abbiamo pesa di più”.Vino, agricoltura e burocrazia, che sono stati anche gli argomenti che Di Maio ha trattato con una platea fatta da rappresentati dell’impresa e delle organizzazioni di categoria dell’agroalimentare toscano, che lo ha accolto a Radda in Chianti”.
“In Italia abbiamo 187.000 leggi vigenti - ha detto di Maio - a cui se ne aggiunge una nuova ogni 2 giorni e mezzo, senza contare le leggi regionali, le direttive dell’Europa ed i regolamenti attuativi. Vuol dire che ogni mezza giornata su un agricoltore, un commerciante, un ente pubblico, arriva una nuova normativa. Ora, un business plan minimo è di 3 anni, e noi abbiamo una normativa che cambia continuamente. Questo frena la competitività, ma soprattutto succede che quando uno ha un problema di fatto non sa a chi rivolgersi, non si capisce più quale sia la legge di riferimento. Problemi che in parte hanno anche negli altri Paesi, e che sono conseguenza anche dei meccanismi europei. Dobbiamo sburocratizzare l’Italia, e per farlo prima di tutto dobbiamo fare l’elenco delle leggi da abolire, non di quelle da fare per sburocratizzare, che di fatto complicano ancora di più le cose. Le imprese agricole impiegano 130 giorni l’anno per smaltire la burocrazia, e magari poi altri 60 giorni di controlli in azienda. Noi abbiamo lanciato il portale leggidaabolire.it, dove le rappresentanze di categoria ci stanno inviando le loro indicazioni, e questo è necessario , come lo è l’unione e la messa a sistema delle banche dati della pubblica amministrazione, anche per una lotta davvero efficace all’evasione. E poi c’è l’Europa, dove dobbiamo essere più presenti, come Stato, anche quando, per esempio, si discute di Politica Agricola, o quando si discutono argomenti come i trattati internazionali, come il Ceta, per esempio, che secondo noi danneggia l’agricoltura italiana. Che oggi è in difficoltà soprattutto a livello dei piccoli produttori, ed ecco perchè diventa fondamentale investire su un modello virtuoso come la cooperazione”.

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